La mia Barcolana 2004 |

Ho visto le barche pogare

Era la prima volta, mi avevano raccontato ma fino a che non vedi con i tuoi occhi non puoi capire.

Arrivo al sabato mattina presto a Muggia, un po’ di mi dispiace che la barca sia così lontano dal centro di Trieste, lì c’e’ un sacco di gente che conosco o che che vorrei conoscere di persona… alla Barcolana e’ bello fare anche un po’ di vita mondana.

Raggiungo l’ormeggio e mi siedo sul molo giusto a poppa della Bestia, fa sempre impressione, la guardo e mi dico: ma chi cazz te l’ha fatto RIfare, per una volta, un bel crocierone da 50 piedi pareva brutto?

Arrivano gli altri e si sale subito in barca per fare un minimo di allenamento, una buona metà del equipaggio non ci e’ mai salito e non conosce le manovre. A me, come al solito, tocca la randa. Su una regata a bastone (o triangolo a vertici fissi) non e’ che abbia
alternative.

Ci rendiamo subito conto che la barca e’ messa malino, manca qualche bozzello, l’albero rotante non ruota se non viene preso a calcioni e il bozzello della scotta randa e’ bloccato (tanto da farci quasi fare subito una bella straorza, con poco vento).

Nonostante tutto il G34 e’ pur sempre il G34 e ad un culo di formazione derivistica come il mio regala sensazioni/emozioni sempre esaltanti.

Finito l’allenamento decidiamo di andare a Trieste a mangiare qualcosa, ci dirigiamo verso le Rive ma lì le barche sono gia’ ormeggiate in decima fila, troviamo un buco in quarta fila in Sacchetta.

Un fritto misto veloce e scappo a vedere se becco qualche amico, ne becchero’ parecchi, tra i quali il Pettinato e la Stene che radio a palla ballano sui cubi e fanno lapdance su una specie di autobus di 49 piedi, il tutto per attirare clienti nuovi per la AIDO.

Arriva la domenica e si esce, si valuta il vento e si fa un minimo di tattica fingendo che sia una regata vera, da buona la partenza sul lato sinistro: “si ma se fanno tutti lo stesso ragionamento saranno tutti lì. Boh… che famo? vabbe’… buttiamoci sul lato sinistro e cerchiamo di crearci un buco… si, la par vera…”

Parte il razzo dei dieci minuti e bum bum bum siamo gia’ lì che poghiamo in mezzo ad un groviglio di barche. Qualche criminale gira tirando legnate a destra e manca con bompressi fissi lunghi due metri, le botte sulle murate non mi spaventano ma questi e un possibile incastramento di sartie si.

Arriva la cannonata, l’emozione e’ fortissima. Nonostante tutto siamo sulla linea e incredibilmente ci si apre un enorme buco davanti.

Si parte. Soffriamo un po’ lo scarso angolo di bolina, dobbiamo sempre tenere in conto che se una barca sottovento ci chiede acqua dobbiamo toglierci dalle balle. Un paio di volte si vira sugli scarsi, qualche deficiente che non conosce le basilari regole di rotte ci costringe a delle vere e proprie stoppate repentine che ci fanno perdere parecchio tempo.

Sulla via della boa di bolina raggiungiamo dei veri e propri scogli che vanno ad una velocità pari a metà della nostra e ci chiediamo come minchia hanno fatto ad arrivare lì prima di noi… misteri di Barcola.

Si gira la boa di bolina senza troppe difficoltà e si va ad armare il Gennaker, lì la Bestia esprime davvero il meglio di se e passiamo barche su barche anche di grosse dimensioni.

Ad un certo punto mure a dritta passiamo sotto ad un bestione con spi, mure a sinistra, ci chiede insistentemente di poggiare, lo invitiamo in modo educato ad andare ad evaquare ma quando gli siamo quasi davanti ci sventa e ci piantiamo. Va avanti così con questi che ci chiedono acqua per qualche minuto fino a che lo spi non gli esplode e noi (brutto a dirsi ma avessero saputo le regole di rotte….) tiriamo un sospiro di sollievo e ripartiamo a razzo.

Proseguiamo la cavalcata fino a che non si rende necessaria una strambata per raggiungere la boa di Miramare, lì facciamo l’unica cappella e ci incaramelliamo senza riuscire ad uscirne per un pezzo. La Bestia va comunque come un treno anche se abbiamo la sola randa che porta, non perdiamo posizioni ma non ne guadagnamo neppure, cosa su cui contavamo parecchio.

Girata la boa di Miramare, tra urla e schiamazzi, l’ultimo tratto e’ una bolina secca secca, guadagnamo qualche altra posizione e tagliamo il traguardo passabilmente soddisfatti per l’impressionante numero di vele che ci sta dietro, indipendentemente dalla nostra posizione una vista straordinariamente bella.

E’ la mia prima volta e non posso giudicare ma da quanto mi raccontano, dal punto di vista del vento e della durata, e’ stata una buona Barcolana. Anche perche’ abbiamo portato a casa la barca senza fare danni.

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