BARCOLANA TRENTANOVE |

Di Maurizio ANSELMI

Anche quest’anno la fatidica domanda “te fa la barcolana?; No so, mi fazo cola mia; se te me disevi l’altra settimana; ghe go za promeso al mio amico; noi semo tre amici vegnimo tuti insieme o niente…”

La solita equazione che non riuscivo a dipanare: o eravamo in troppi e dovevo lasciare fuori qualcuno, o eravamo in pochi e si rischiava di non farcela. Per la verità un pò era colpa mia che, tra impegni di lavoro e indecisioni, avevo tergiversato aspettando l’ultimo momento.

Il direttore sportivo Daniele Robba in un momento di calma, mi dice: “ Ci ha contattato una signora dalla Toscana per organizzare la partecipazione alla Barcolana di tre ragazzi con la simdrome di down, che verrebbero accompagnati da tre istruttori di vela. È una cosa alla quale tengo molto e che ti invito a valutare, ti sarei molto grato se tu la portassi a termine”.

otto venti alla Barcolana 39

Confesso che, sulle prime, sono stato assalito da molti dubbi, sia in relazione alle mie non eccelse capacità marinare (ma scoprirò dopo, con mia legittima soddisfazione, che non era così) sia per il timore che qualcosa andasse storto in quella bolgia infernale della Barcolana, tra partenza, passaggi in boa e straorze a sorpresa di equipaggi improvvisati che vanno a zonzo per il campo di regata in balia di spinnaker imbizzarriti.

Dopo un giorno di riflessione decido di accettare. Sabato mattina alla Barcolina, mentre con Daniele appoggiati alla ringhiera del Molo IV guardavamo la bora che infuriava a 40 nodi (prevista del meteo con sconcertante precisione) e incurante degli sforzi organizzativi, mandava a monte la manifestazione, telefoniamo alla signora (che scoprirò essere una graziosa e simpatica ragazza) Battisti per confermare la mia accettazione. Daniele mi presenta telefonicamente, un pò di dettagli ed entrambi ci sentiamo già contenti, scambiandoci uno sguardo di reciproca approvazione, sicuri di aver fatto la cosa giusta.

Dò un’occhiata al sito dell’associazione OttoVenti, sorta dalla volontà di otto amici appassionati di mare, la quale si occupa, oltre che di vela e regate, di attività sociali e sportive con persone down. Grazie ad un’ottima capacità organizzativa hanno portato i ragazzi con la simdrome di down a regatare sul J24 “Banda Bassotti”. Scopro anche che i ragazzi con la simdrome di down fanno quasi più attività di me. Sono infatti andati a Valencia, ospiti del team +39 Challenge, invitati dal loro amico Roberto Ferrarese che gli aveva promesso di farli partecipare alla Barcolana, ma che, per un improvviso impegno, non ha potuto accompagnarli.Un paio di mail di conferma per concordare i dettagli organizzativi e finalmente sabato mattina alle otto ci incontriamo a Grignano per conoscerci e vedere Morgana, il mio Delta 100, a bordo del quale il giorno dopo faremo la Barcolana.

Fare la loro conoscenza la bar mi regala subito un’emozione fortissima. Ci sono i tre ragazzi con la simdrome di down Guido, Gianni e Virginia accompagnati da Giacometta (la “signora” Battisti), instancabile motore organizzativo, da Tommaso (suo fidanzato e valente velista) e da Gianfranco il tesoriere del gruppo.

I ragazzi subito mi raccontano della loro partecipazione al programma “Le Jene” (scoprirò dopo che sono andati anche al Maurizio Costanzo e a Buona Domenica, accompagnati da una mamma) e della loro esperienza con le regate. Gianni mi spiega i loro trascorsi sportivi, dicendomi che lui è il più esperto “perchè ha partecipato a più regate di tutti”.

Ma ciò che mi colpisce di più sono i genitori che, sereni e sorridenti, si sono sobbarcati il viaggio e l’organizzazione per regalare ai propri figli questa festa della vela a Trieste e penso che comunque andrà sono già appagato dalla loro gratitudine. Preparata la barca per la regata, propongo di fare un giretto, così tanto per conoscerci. Siccome alle 12 parte la Barcolana Classic e sono membro del CdR, a motore raggiungiamo l’Adriaco dove ormeggiamo provvisoriamente lasciandoci per qualche ora, ognuno con i propri impegni. Loro andranno a Porto San Rocco a “fare un giretto” su un maxi con Furio Benussi ed io salirò sulla barca comitato per le procedure di regata. Ci ritroviamo nel primo pomeriggio con la troupe di La7 che intervista i ragazzi. Il servizio andrà in onda domenica al notiziario delle otto. A questo punto i ragazzi sono stanchissimi e vanno in albergo con i genitori. Noi riportiamo Morgana a Grignano.

otto venti alla barcolana 39

Domenica 14 ottobre: Barcolana

Le previsioni per domenica danno bora, e prefigurano una giornata impegnativa. A Trieste non si sta mai tranquilli, la nostra amata bora adora scherzare, tendendo agguati ai finti esperti. Puntualmente tutta la notte il vento imperversa ed al mattino soffia ancora molto forte, tanto che prima delle nove viene annunciato il rinvio di un’ora della partenza. Quest’anno si è iscritta anche la bora direbbe Molinari.

Tutti sono un pò agitati, e quindi decidiamo che, se il vento non calerà, la regata andremo solo a vederla. Alle dieci infatti usciamo dall’ormeggio a motore e raggiungiamo la linea di partenza. In effetti la bora soffia ancora piuttosto convinta con frequenti raffiche a quasi trenta nodi e decidiamo, di comune accordo, di goderci con calma lo spettacolo della partenza da sottocosta, vicino ai “Topolini” (struttura balneare popolare di libero accesso a Barcola, frequentatissima per i bagni di mare di mezza giornata o nelle pause di pranzo, una vera istituzione a Trieste, difesi addirittura da Claudio Magris).
I nostri ospiti sono impressionati dalla quantità di barche e dall’atmosfera che regna, mai vista una cosa simile.Mandiamo sottocoperta Gianni, Guido e Virginia che ascoltano il vhf sintonizzato sul canale di servizio, ed emettono cori da stadio ogni volta che un concorrente comunica il proprio abbandono perchè “l’accorciamento” della classifica ci permette di “guadagnare” posizioni. Lentamente tutti si tranquillizzano, ritorna il buonumore e dopo 10-15 minuti, quando la flotta si è allontanata ed appare ormai una striscia all’orizzonte, viene accolta la mia proposta di issare randa e olimpico “ per andare a fare un giretto” e seguire la regata tenendosi nelle retrovie.

Tommaso mi chiede, prendiamo una mano? No randa piena, rispondo, con l’olimpico saremo bilanciati anche perché il primo lato è al lasco. Per i lati successivi vedremo. Facciamo uscire i ragazzi in falchetta a godersi lo spettacolo. Ma Morgana non è d’accordo di fare solo un giretto. Lei che l’anno scorso, portata da Mattia Pressich è arrivata 172°, si è montata la testa e non ci sta a vedere gli altri da dietro. Accelera, trova il suo assetto e in pochi minuti siamo in regata con un muro di barche alle spalle. Mi tengo sempre a debita distanza dagli altri, evitando accuratamente ed anticipatamente le barche che si ostinano e tenere a riva il gennaker con continui sbattimenti e preoccupanti cambi di direzione. Gli passiamo sopravvento e continuiamo ad orzare per portarci esterni in boa. Comunque anche con l’olimpico e randa piena facciamo quasi otto nodi e riusciamo a passare di poppa a chi ci impensierisce con la sua rotta non proprio rettilinea.

Non ci sto a rovinarmi la giornata rischiando una collisione e orzo ancora per portarmi all’esterno. Andremo fino a Salvore se necessario, per tenerci liberi ed evitare di incastrarci alla boa in Slovenia. Ma, lentamente e gradualmente tutti strambano alla nostra destra, e ci troviamo liberi di strambare anche noi. Poggiamo, randa al centro, e siamo sulle nuove mure. Il prossimo bordo fino al cancello di Miramare è lungo e non sarà necessario virare.

Morgana cammina benissimo e dalla posizione esterna riusciamo ad orzare e tenere un ottimo angolo, anche grazie a Tommaso che, sudato e ansimante, lavora incessantemente la randa, scarrellando e lascando sulle raffiche. Qualche posizione riusciamo ancora a recuperarla.

Ma il vero recupero, quello che ci ha permesso di tagliare centinaia di barche, deve ancora venire.Infatti quando realizzo di aver fatto un rotta vantaggiosa, vedendo che il vento non era più rafficato e che la situazione in quel momento era abbastanza tranquilla, decido di passare interno in boa al cancello di Miramare. Alcune barche messe di traverso mi costringono ad allargare un pò per non rischiare, ma trovo spazio e mi infilo mure a dritta. Cambio la mia decisione di andare lungo sottocosta per tentare di raggiungere il traguardo con bordo unico perchè ci sono troppi incroci a rischio e non ho voglia di sgolarmi per chiedere acqua. Temo inoltre di avere meno vento sotto il ripido costone che scende dal carso. Così dopo un pò viriamo mure a sinistra paralleli alla costa. Adesso il vento cala spesso anche sotto i dieci nodi e si potrebbe anche portare un genova, ma non ho voglia di effettuare cambi vele: siamo andati bene, ci siamo divertiti e complicare la situazione per rimontare 50 posizioni non mi sembra il caso.

Il vento tiene, ma i due bordi progettati diventano quattro o cinque. Dobbiamo dare precedenza e la nostra amata bora ci si mette anche lei girandoci sul naso e portandoci al largo con le sue “scarse”. Riusciamo a raggiungere il traguardo, non prima di aver evitato un paio di barche che, disorientate, avevano commesso qualche piccolo errore di manovra e stavano navigano in senso contrario venendoci incontro, forse talmente divertiti dalla regata da voler rifare il percorso a ritroso e tagliare di nuovo la linea. Ci permettiamo di “impartire” qualche piccolo consiglio sagace per trarsi d’impaccio.

Alle 14.02, contenti, arriviamo. A bordo esplode la gioia, mia personale per lo scampato pericolo (della barca intendo), e dei miei ospiti per la partecipazione attiva alla famosa e tanto attesa Barcolana. Finalmente il nostromo Giorgio Nicotera, membro-amico dell’equipaggio a cui non ho voluto rinunciare, sparisce in cabina e ricompare con le polpette e le melanzane appannate beneaugurali che mia moglie Tiziana ci prepara sempre per le regate. Vino per il brindisi, aranciate per i ragazzi.

Quando rientriamo a Grignano, l’equipaggio di Selve, già comodamente rientrato per l’ottimo piazzamento e intento alle libagioni di festeggiamento, ci accoglie con un marinaresco e caloroso applauso che riempie i ragazzi (ma, lo ammetto, anche il sottoscritto) di orgoglio.

Ma le emozioni non sono finite. In banchina ci accolgono i genitori con un altro applauso, visibilmente felici, ed orgogliosi dei loro ragazzi che hanno partecipato alla mitica Barcolana da protagonisti. Vedo facce nuove che ieri non c’erano e scopro che altri tre componenti dell’associazione Otto Venti sono partiti nella notte da Livorno solo per essere presenti e salutare i “loro regatanti”.

Gli sguardi senza parole e le eloquenti strette di mano quando scendo a terra mi ripagano della fatica e della tensione e, nonostante tenti di darmi un contegno, per un attimo un nodo in gola mi impedisce di parlare e mi fa chinare la testa. Per fortuna ho ancora gli occhiali da sole…
Adesso tutti sulla barca per la foto finale poi i saluti, loro devono fare quasi 500 km per tornare a casa. L’abbraccio di Virginia non finisce più.
Mi invitano a Livorno per le loro regate.
Non credo che ci potrà mai essere migliore Barcolana per me e Morgana.

Maurizio ANSELMI

PS

Ero convinto di essere arrivato fra l’800° e ed il 1000° posto. Più tardi in sede, con mia grande sorpresa vista la partenza ritardata e la conduzione prudente, scoprirò che ci siamo piazzati al 627° posto.

I PROTAGONISTI

PS
Ero convinto di essere arrivato fra l’800° e ed il 1000° posto. Più tardi in sede, con mia grande sorpresa vista la partenza ritardata e la conduzione prudente, scoprirò che ci siamo piazzati al 627° posto.

I PROTAGONISTI

La 39a Barcolana, sempre più agognata ed idealizzata da tutti: “almeno un volta nella vita dei farla…”. La bora, che ha spiegato a tutti che Trieste è unica. Morgana che non si è rassegnata al giro turistico. I tre ragazzi down Guido Ulivi, Gianni Pietracaprina, Virginia Del Bufalo entusiasti e coscienti di se stessi al punti di puntualizzarmi “non siamo mica scemi”. Gli accompagnatori-istruttori: Giacometta Battisti, Tommaso Del Rio, Gianfranco Stampuddu. Il loro impegno mi ha insegnato molto. L’amico-velista-nostromo-rugbista Giorgio Nicotera, che conosco da più di venti anni e, come me, si è innamorato della vela da “vecchio” (in senso lato). L’associazione Otto venti (www.otto-venti.com)

GRAZIE al mio sponsor Franco Brumat della D’Arcano Sviluppo Europa, che ha creduto in me anche se non ero nessuno.

i ragazzi di otto venti alla barcolana 39

HANNO PARLATO DI NOI
Notiziario domenica 14 ottobre ore 20,00, La7 – Il Piccolo 17 ottobre – Il Corriere di Livorno – Fare Vela di novembre 2007 (?)

Trieste, ottobre 2007

Maurizio ANSELMI

Comments are closed.