Crisi economica – il punto di vista Dufour |

logo dufour yachtIl Salone nautico di Parigi a dicembre e quello di gennaio a Dusseldorf. Per la filera della nautica 2 appuntamenti chiave per affrontare la svolta in un momento di mercato pericoloso.

Parigi è andata bene anche se non abbiamo venduto molto, Dusseldorf (15 vendite) è stato positivo. L’aumento, rispetto lo scorso anno è stato del 50%.

Salvatore Serio, Presidente del cantiere de La Rochelle, è ansioso nel chiarire l’argomento. E di aggiungere, ciliegina sulla torta, che la società ha appena ricevuto 4 milioni di euro di sostegno dalla CGMer, una filiale delle Societè Generale. La somma deve fare da ponte tra la firma delle vendite della ventina di barche a stock ed il reale ricavo prodotto da queste transazioni.

Tante boccate d’ossigeno dopo un autunno movimentato. Raggiunto dai primi sussulti della crisi e appesantito dal suo stock di barche, il cantiere, che divide la sua produzione tra Andilly e Perigny, aveva allora fatto ricorso a tre settimane di cassa integrazione “tecnica”. Ha poi rinnovato la formula per tre settimane a dicembre. Per bloccare la produzione ed avere il tempo di smaltire lo stock invenduto.

Nella filiera siamo stati i primi a fare ricorso alla cassa integrazione. Noi siamo stati lungimiranti, ma il mercato ha dubitato di noi. È stato detto di tutto, e soprattutto che i nostri piazzali erano pieni di barche invendute…

Salvatore Serio getta la spugna e rivela le cifre. A fine dicembre Dufour aveva 52 barche a stock. Martedi scorso lo stesso stock era passato a 25. Al contrario non risponde alla domanda di precisare il numero di barche vendute a Parigi, in aggiunta però dice “per Dufour i mercati francese ed italiano sono in flessione. Ma il calo è meno importatnte per le altre destinazioni

Attendere e vedere

Questo spiega la forte concentrazione su prossimi appuntamenti per l’export dell’impresa. Un salone a Gand, in Belgio, questo week end, un altro prossimamente in Svezia, e delle giornate “porte aperte” presso i rivenditori norvegesi.

La posizione del presidente del cantiere in questo contesto? Si rallegra dell’aiuto bancario, segno di fiducia, secondo lui. Ed accenna al “cambiamento di atteggiamento dei nostri fornitori che, nel momento forte della crisi, avevano ridotto i tempi di pagamento, ora siamo tornati ale condizioni che avevamo prima“.

Ma come sarà il domani? “francamente non sappiamo se la crisi è alle spalle. I segnali del mercato sono difficili da interpretare. A Dusseldolrf abbiamo fatto il pieno di richieste di preventivi. C’è da dire che i nostri concessionari, fino a quel momento, erano loro stessi un po’ impacciati dai loro stock”.

Ciò che afferma Salvatore Serio, che non può ignorare il fatto che il sindacato CGT del cantiere non si esprima più dall’annuncio del primo periodo di disoccupazione, è che in periodo di tensione, il cantiere non vivrà più sullo stock. La produzione si adatta al livello reale delle vendite del momento. Pertanto, nessun licenziamento in progetto per il personale titolare (600 persone). Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato ed il lavoro interinale, sono in pratica spariti già dalla primavera 2008.

L’incertezza del momento obbliga alla prudenza nel fare annunci. Salvatore Serio stempera i toni “ noi attendiamo di vedere come sarà il mercato nei prossimi mesi. Se la domanda resterà bassa noi siamo già pronti ad adattarci a questa situazione”.

Dufour quindi produrrà meno. È evidente. Quanto? Cifre precise non sono state date. Salvatore Serio, amante della stringatezza, per tentare di imbrogliare la concorrenza, dichiara “Dufour può produrre una quarantina di barche al mese. Ma potere non è necessariamente volere“.

Via www.sudouest.com

Grazie a Marco Giudici per la traduzione.

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