50 nuovi porti turistici in Italia |

Estrapolo una porzione di articolo pubblicato su ItaliaVela. Riporta una dichiarazione del sottosegretario allo sviluppo economico, Adolfo Urso in occasione dell’inaugurazione dello Yacht e Brokerage Show, il salone nautico di Miami Beach.

[...] Se, da una parte, i megayacht non conoscono crisi con una posizione di leadership mondiale del 47%, dall’altra stiamo monitorando attentamente la situazione delle piccole imbarcazioni che stanno soffrendo per la crisi internazionale» ha spiegato Urso, aprendo il salone insieme al presidente dell’Ice Umberto Vattani e al presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni. «Per sostenere il comparto – ha aggiunto Urso – siamo impegnati, con il ministro Scajola, a creare nel nostro Paese una moderna rete portuale interregionale, basata su 50 porti turistici, di cui l’80% nelle regioni del Mezzogiorno.[...]

Apparentemente potrebbe sembrare una buona notizia… ma siccome:

  1. Per loro piccole imbarcazioni significa dai 12 metri in su
  2. i prezzi non caleranno comunque
  3. devasteranno comunque kilometri di costa per pochi privilegiati
  4. aggiungi tu a piacere…

Secondo me è una pessima notizia.

L’articolo completo su ItaliaVela

No Responses to “50 nuovi porti turistici in Italia”

  1. Bho.. utopisticamente come si potrebbe ovviare?

    Ad es, a Cagliari c’e’ una banchina assegnata alla Societa’ Canottieri Ichnusa che, essendo senza scopo di lucro fa prezzi abbastanza popolari.

    Dovrebbe essere quello il modello da seguire? Lasciare la banchina “al costo” e cercando di modellare il business con l’indotto?

    Ovviamente per avere il posto in tale banchina c’e’ la lista d’attesa..

  2. Per esempio se ci fossero piu’ posti come quello le liste di attesa si accorcerebbero e forse anche i porti quando iniziano ad avere posti vuoti inizierebbero ad abbassare i prezzi ed anche le metrature.
    .
    C’e’ tutto un potenziale mercato di barche piccole soffocato dall’esosità dei costi degli ormeggi, secondo me abbassare i costi dei posti barca potrebbe portare benefici dal punto di vista produttivo/cantieristico.

  3. Quella potrebbe essere una soluzione sensata.

    unitamente a (secondo il mio modesto parere):

    1) costruire marina piccoli, a misura di barca umana e a misura d’uomo. Perchè se fai un porto da 1500 posti e sei per sfiga ormeggiato in fondo per arrivare al bar ci voglio 20 minuti a piedi.

    2) non appaltare la costruzione di nuovi porti a privati il cui unico scopo è mantenerne la gestione e fare profitti, spesso i nuovi porti sono delle “scuse burocratiche” per poter cementificare con alberghi, club house, beauty farm, ristoranti, villaggi etc. chi costruisce punta a venedere le villette e non a fare un porto come si deve.

    3) sviluppare porti esistenti, in Liguria ci sono più porti che caselli autostradali, solo che o sono piccoli e ancora vecchio stampo oppure sono dei garage per barche a pagamento come il Carlo Riva di Rapallo.

    4) ridare la gestione dei porti in mano alle Capitanerie, lo scopo del porto deve essere dare ormeggio alle barche, servizi e assistenza, deve essere il porto al servizio del diportista non viceversa.

    5) il porto deve essere interconnesso con la città, deve fare parte delle città, non un’oasi chiusa in se stessa con il recinto attorno.

  4. petite bleu on Marzo 6th, 2009 at 18:06

    terribilmente vero se napoli ne sarà l’esempio

  5. senza parole on Marzo 7th, 2009 at 07:51

    Beh, se anche costruendo 50 porti i costi non dovessero scendere, abbiamo trovato una miniera d’oro! facciamone allora 100!! Di questi tempi, sarebbe una mano santa.
    Le coste da Roma in giu’, mentre con le migliori intenzioni pensavamo di proteggerle impedendo la costruzioni di porti con relative clubhouse, alberghi, ristoranti (orrore! noi velisti quando arriviamo nei porti ci piace mangiare sulla nuda banchina), venivano devastate con villette, stabilimenti, scarichi illegali, scese a mare private (fatevi un giro in sicilia, scoprirete nuovi significati della parola garage).
    Di costa dove fare porti ne abbiamo: il vero limite e’ che abbiamo poche destinazioni superaffollate dove andare “a fare il bagno”. Con 50 porti in piu’ dovremmo contestualmente preoccuparci di regolare l’accesso nelle baie piu’ belle, che sono e restano poche.

  6. In effetti nel mezzogiorno mancano strutture portuali d’eccellenza per le imbarcazioni superiori ai 24 metri. Pultroppo la realtà si deve accettare e a volte si ci può anche ricavare dei guadagni soprattutto guadagni. La nautica che non ha crisi è quella che praticano i ricchi e per loro ci vogliono strutture d’eccellenza. Le strutture di qualità offrono lavoro tanto lavoro in vari comparti, perciò perchè non sfruttare queste occasioni.
    Mi auguro che almeno uno di quei 50 nuovi porti sarà costruito in Calabria. Saluti Matteo Putero