Audioracconto autoironico sulla vela |

Matteo RinaldiNon poteva venire altro che da lui, si si, proprio lui… che ve lo dico a fare* Matteo Rinaldi.

Non gli bastava essere entrato nel tunnel della vela… no, pure in quello della dizione doveva entrare. Attraverso non so quale meccanismo si è ritrovato a fare un corso di questa disciplina per imparare a parlare ed ora non fa altro che parlare parlare parlare… ma che dico parlare, enunciare enunciare enunciare.

Enuncia la mattina, il mezzogiorno e la sera, mi telefona e senza neanche un ciao parte sparato verso il terzo canto del quarto girone… Per la notte la moglie (santa donna) si salva mettendogli in bocca un calzino di spugna usato durante un’epica partita di tennis durata 26 ore e 17 minuti primi.

E non gli bastava enunciare agli altri, in una sorta di narcisismo ossessivo compulsivo si è messo a parlare da solo, si è registrato ed ha messo il file su internet per potersi riascoltare sempre e dovunque si trovi.

As usual il risultato, nonostante tutto, è da Matteo Rinaldi, le sue ironia ed autoironia sono fuori discussione e ad ascoltarlo come a leggerlo c’è il rischio di cappotarsi dalla sedia, dal ridere.

Se vuoi correre il rischio vai a L’ingresso nel tunnel della vela dove troverai tutte le istruzioni per leggere il primo audioracconto autoironico sulla vela.

*Donnie Brasco

No Responses to “Audioracconto autoironico sulla vela”

  1. C’entra fava ma… Matteo è il figlio illegittimo di Moratti?? :-)
    BV

  2. Haaaarg! Marco! Mai nessuno mi aveva insultato così!
    Ti perdono solo se ascolterai l’audiopuntata fingendo compiacimento.
    Mistro: le mie partite a tennis duravano al massimo 12 minuti: 6-0 6-0 per l’avversario e neanche la soddisfazione calcistica di un’entrata sulle caviglie.

  3. Hahahaha…!
    Molto divertente e ben raccontato :-)
    Ci rivedo parecchie persone che conosco in questo “audioesperimento”, quindi, con il vostro permesso, inoltro e diffondo il link.

    Ora però PRETENDO :-) la seconda puntata.

  4. Francesco, sei il primo a lasciare un commento positivo. Una coraggiosa avanguardia che merita stima eterna e una promessa: altre due puntate assicurate.
    ciao e grazie

  5. Spero di essere il primo di una lunga e numerosa serie.
    Ora non esageriamo sulla stima eterna… Mi accontenterò solo di altre puntate.
    Se poi vuoi vivere quell’area “estrema” della vela allora ti consiglio di partecipare ad una qualunque regata su un qualunque mezzo che galleggia ed utilizza una propulsione velica.
    A prescindere dalle dimensioni dell’imbarcazione e dall’importanza della regata, avrai modo di sentire le urla più allucinanti sia alla partenza che a qualunque boa del percorso.
    Oltre poi a sentire i commenti in banchina alla fine della regata…
    A volte lo “spirito marinaresco” va bellamente a farsi friggere!

    Attendo le altre puntate :-)

  6. Grande ! Mi hai fatto venire voglia di venire a Fimon per divertirmi, anzi no, tragediare con TE !!

  7. Ehm… Fimon è un po’ lontanuccio dai miei lidi e dalle mie rotte…
    La base di partenza è Fiumicino e la zona di “operazioni” è quella del Tirreno centro-settentrionale…
    Se l’equipaggio non tradisce (e NON è detto che non lo rifaccia, dati i precedenti!) la prossima regata sarà l’unica Panerai italiana, a Porto Rotondo all’inizio di Settembre.
    Se ci riesco proverò a mettere una telecamera a bordo e poi posto il tutto.
    Promesso!