Storie di Gatti e navigazioni |

Cristoforo Colombo volle su ognuna delle 3 Caravelle due gatti, maschio e femmina, che moltiplicandosi avrebbero difeso cambusa e merci.

Inoltre, ai capitoli 65 e 66 dell’antico testo di leggi del “Consolato del Mare” (tradizione giuridico marittima del Mediterraneo, in uso sin dal XIV sec.) stava scritto che ogni Comandante di Bordo aveva il “dovere di procurarsi gatti”, affinché i topi non danneggiassero il carico.

Veniva anche precisato che, se i roditori avessero guastato la merce “prima” che il Comandante si fosse procurato i gatti e mentre la nave era ancora in porto, non doveva pagare i danni: ma se il “sinistro” fosse avvenuto in navigazione e si fosse provato che i gatti non erano stati imbarcati, allora il Comandante non solo doveva risarcire personalmente tutto il carico rovinato, ma anche finir sotto processo per gravissima “Colpa Nautica”.

Una volta a bordo, e di solito in gran numero, i gatti venivano affidati alla responsabilità di un nostromo in seconda detto “u penéise”, il pennese, il quale oltre la responsabilità di cime, nodi e vele, aveva quella di star dietro – a rischio licenziamento – alle gnaolanti e unghiute creature, solitamente molto poco amanti dall’acqua in genere.

Doveva tenerli calmi in caso di tempesta ed evitare che cadessero in mare; badare che avessero sempre la loro razione di cibo, premiarli ogni volta che prendevano un topo, occuparsi della loro salute, difenderli dagli scherzi dell’equipaggio e soprattutto, ogni volta che si arrivava ad un porto, radunarli e chiuderli in un posto sicuro all’interno del bastimento onde evitare che scappassero, rifugiandosi sulla terra ferma.

E ammettiamolo, doveva essere un vero spettacolo vedere il pennese, prima di ogni attracco, lanciarsi all’inseguimento di una ciurma di gatti che velocissimi s’infilavano nei pertugi della coffa, si nascondevano sotto pile di cime o s’arrampicavano sino in cima agli alberi del veliero.

Il post completo su www.placidasignora.com (che ringrazio per la gentile concessione)

©Mitì Vigliero

No Responses to “Storie di Gatti e navigazioni”

  1. Gatti a bordo? ehmmmm
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  2. Meraviglia quei mici del video!