Un salone per la nautica popolare |

mini kitRaccolgo e rilancio un’idea di Leo letta nel forum di Nautikit

I saloni sono monopolizzati dalla grande industria e ci offrono una visione un po’ distorta della nautica, come di una cosa riservata a pochi grandi ricchi.

Ma la nautica in Italia e’ fatta anche di tanti piccoli appassionati che amano il mare e riescono a goderne senza per questo essere costretti a spendere cifre folli. Amanti delle piccole barche, autocostruttori, restauratori dilettanti, manti del fai da te…

A supporto di queste persone esistono tutta una serie di realta’ imprenditoriali che con altrettanta passione animano e cercano di supportare questo mercato che a mio avviso ha delle enormi potenzialità.

Non sarebbe bello se queste realta’ imprenditoriali si consorziassero e creassero un salone dedicato esclusivamente alla piccola nautica con lo scopo di diffondere anche una cultura dell’andar per mare “popolare”?

Penso ai vari Nautikit, Spray, Cantierino, BCA Demco, Tecno Legno Yacht, E-Boat, Cecchi per l’autocostruzione.
Ai cantieri come Sibma Navale (approfitto per citarne il bel blog), Coop Nautica col suo Explorer 20

Ai “boat designer” Cristian Pilo e qualche suo collega.

Un posto, perche’ no, aperto anche ad ospitare i lavori di quegli autocostruttori che desiderano orgogliosamente mostrare i loro lavori e creare un forum “de viso” di aiuto aiuto per coloro che desiderano intraprendere la medesima avventura.

In fondo il Salone di Genova è nato negli anni ’60 proprio in questo modo!!!

E’ memoria storica che proprio al primo Salone di Genova piovve a dirotto, e quei quattro gatti di espositori passarono tutto il tempo a giocare a carte…

Guardate cos’è oggi il Salone di Genova!!!

Spero di leggere sotto qualche commento di uno dei professionisti citati o di semplici autocostruttori.

34 Responses to “Un salone per la nautica popolare”

  1. Ovviamente non posso che essere d’accordo :-)

    Devo dire, ringraziando Mistro, che l’idea non è partita da me ma da alcuni utenti del Forum i quali, stanchi del solito luccichio lussuoso del Salone di Genova, vorrebbero vedere (e, aggiungo io, partecipare in prima persona) a una manifestazione più a misura d’uomo “normale”.

    Nel corso degli anni vi sono stati molti tentativi di realizzare un “Salone della Nautica Popolare” ma si sono sempre esauriti nel giro di 2/3 edizioni, questo perchè non si è seguito l’esempio del Salone di Genova, cioè il consorzio fra le aziende che poi è sfociato nell’UCINA, ma si è preferito affidarsi ad organizzazioni fieristiche con conseguenti costi insostenibili.

    Oggi poi c’è anche una realtà diversa che finalmente sta crescendo con grande forza anche in Italia, come è già avvenuto all’estero: e’ la cosiddetta “autocostruzione” che,insieme ad aggregazioni di tanti appassionati del Fai da te uniti dall’amore per il mare e le barche, ha fatto nascere un certo numero di piccole aziende entusiaste e professionalmente molto preparate.

    E’ a queste aziende (insieme alla mia) che guardo con grande rispetto come “concorrenti” ma anche come possibili parteners per un’associazione che possa contribuire ad espandere un settore al quale crediamo con grande entusiasmo e passione, al di là del singolo interesse commerciale.
    Insieme possiamo organizzare una buona manifestazione, finalmente nostra!!!

    Mi auguro che altri operatori di questa nostra piccola ed entusiasmante “nicchia di mercato” possano cogliere questa opportunità e che ci si possa magari confrontare proprio qui, in un terreno “neutro”, su questo Blog che mi sembra fra i più belli ed interessanti in Italia, gestito da una persona come Mistro, molto attento ai problemi della Nautica Popolare perchè egli stesso ne fa parte, con la sua bella barchetta di 21′

    Leo
    http://www.nautikit.com

  2. Condivido pienamente quanto affermato da Mistro e da Leo di Nautikit, aggiungendo che la “piccola ed entusiasmante nicchia di mercato” ha “in pectore” le dimensioni di un mercato più vasto di quello che l’UCINA riesce oggi a rappresentare. Quindi applaudo entusiasta ad una iniziativa che valorizza l’autocostruzione e, se tradotta come spero in realtà, potrebbe in Italia seriamente risvegliare la nautica cosiddetta minore, portandola ben oltre le dimensioni di quella maggiore e riuscendo, come già avvviene in molti altri paesi, a far navigare con il “fai da te” tantissimi appassionati che non possono o non vogliono avvicinarsi alla nautica dei grandi numeri.

  3. Cristian Pilo on Ottobre 29th, 2007 at 09:18

    Sarebbe auspicabile ed interessante, non dimentichiamoci però che la “piccola nautica” esiste anche al Salone di Genova, sebbene otticamente e numericamente schiacciata dai colossi del settore; il problema è che forse per i piccoli cantieri, e più in generale per le piccole realtà, è diventato quasi inutile esporre a Genova, perchè godono solo di briciole di visibilità e commercialmente vengono “disintegrati” dai colossi che stanno fisicamente 50 metri più in là, ma al momento non hanno nessuna alternativa credibile, e proprio su questo bisognerebbe fare leva. E poi sarebbe un modo di dare una possibilità di farsi vedere a tutte quelle realtà per le quali Genova per quanto sopra citato e per altri motivi, non risulta una vetrina appetibile nel rapporto tra sforzo espositivo da sostenere e visibilità ottenuta.

    Crispilo

  4. Ugo, Salvo, Rino&Francesco on Ottobre 29th, 2007 at 12:55

    Salve a tutti; come autocostruttori di un didi26, non possiamo che apprezzare una iniziativa del genere.
    Poter raggiungere (magari con un trasferimento via mare) la sede dell’expò, e poter mostrare il risultato di due anni di lavoro artigianale, dimostrando che esiste una nautica alternativa a costi umani e ben più “caratterizzata” della nautica commerciale attuale, rappresenterebbe un’esperienza entusiasmante, da aggiungere a quella dell’autocostruzione stessa.

    Mi permetto di postare il link ad un paio di foto-albums sui nostri lavori in corso:

    scafo: http://www.facebook.com/photo.php?pid=115184&l=0c12e&id=530257430
    timone: http://www.facebook.com/album.php?aid=5023&l=0778b&id=530257430

    Altre foto e discussioni le abbiamo postate sul forum di Nautikit (www.nautikit.com), alla sezione “racers”. Da questo forum abbiamo sempre tratto spunto, e dal competente ed incondizionato supporto di Leo (oltre che degli altri autocostruttori come noi) abbiamo ricevuto la spinta ad andare avanti.
    Il nostro contributo, anche solo a livello di “storyboard” o di documentazione fotografica di una costruzione che ci sta dando tante soddisfazioni, è a disposizione.
    Rimaniamo in ascolto in attesa di sviluppi…

    Salvo, Ugo, Rino, Francesco.

  5. Leo di nautikit mi ha segnalato questa discussione.
    Condivido con entusiasmo l’idea e, per quel che può contare, la sosterrò sul mio sito “Vela Aurica & Piccole barche classiche”.
    Vorrei anche dare qualche suggerimento:
    1) una manifestazione del genere ha necessità di godere di un ampio bacino d’utenza potenziale. Gli appassionati del settore sono molti, ma abbastanza sparpagliati e abbastanza … “squattrinati”. Il salone deve essere organizzato vicino a qualche grande città o qualche altro posto agevolmente raggiungibile (non necessariamente in grandi strutture fieristiche);
    2) gli autocostruttori non hanno interesse ad esporre ciò che realizzano e meno che mai ad investire risorse per esporlo. La manifestazione (e credo che sia nell’interesse delle aziende che vendono progetti per autocostruttori) dovrebbe essere rivolta soprattutto ai piccoli cabntieri artigianali in grado di realizzare progetti all’unità. Insomma, dovrebbe avere lo scopo di far incontrare che desidera farsi costruire, magari un poco per volta, una bella barchetta con chi è in grado di farlo.
    Fabio Fazzo

  6. Ciao
    Io sto costruendo un Argie 15 e l’ idea di un salone nautico mi affasciana. Pensavo a questà idea, proprio mentre girovagavo tra gli stand a Genova in occasione dell’ ultimo salone appena concluso.
    Io proporrei di creare un database, contenete tutti i possibili espositori, in modo da avere un’ idea della grandezza della manifestazione.
    Per il luogo, credo che la Toscana sia raggiungibile da tutti, in quanto è a metà strada.
    Ciao

    Andrea Betti

  7. Io credo che sia molto interessante quel che dice Albert.
    Non so se effettivamente la nostra “nicchia di mercato” possa far concorrenza alle cifre esorbitanti della “Nautica Ufficiale” dell’UCINA e dei colossi francesi, certo è che siamo una bella realtà… e che forse potremmo anche avere un po’ di voce in capitolo ma, per fare in modo che sia porprio così, dobbiamo “mostrarci” ed essere uniti.
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    Gli autocostruttori sono la nostra forza perchè lavorano bene, hanno idee originali e spesse volte ci insegnano qualcosa. Non è vero che non hanno interesse ad esporre i propri lavori: Salvo Ugo, Franceso e Rino ne sono un esempio, e ti assicuro che come loro che ne sono tantissimi altri.
    Certamente non possono spendere dei soldi per esporre le loro creature e, al minimo, si dovrebbe dar loro degli spazi gratuiti: è già tanto se affrontano le spese di viaggio !!!
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    Spazi a costi vantaggiosi invece a tutti i piccoli cantieri (che spesso, meditiamo su questo, sono ex-autocostruttori) e gli artigiani, con i quali dovremmo essere tutti “consorziati” (insisto su questo aspetto) e dividere oneri e onori.
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    Sono assolutamente d’accordo che la manifestazione dovrebbe essere vicino a qualche grande città, certamente sul mare, e non necessariamente in una struttura fieristica: farterebbe, per gli inizi, anche un piccolo palazzetto dello sport di periferia o meglio uno spazio demaniale, all’interno o in prossimità di qualche porto turistico.
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    Dovrebbe essere facilmente raggiungibile sia dal Nord che dal Sud: io ho sempre pansato alla Versilia, Viareggio ad esempio (nella fossa del leone della “Nautica di lusso”;-)), ma andrebbe bene anche la Romagna: Rimini Cesenatico Riccione ecc.
    Anzi. la cosa giusta sarebbe quella di alternare: un anno in Tirreno e un anno in Adriatico, così accontenta tutti…
    E poi, non grandi albergi ma campers, bungalows, pensioncine, nello spirito di noi persone normali…
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    Un cosa che forse può essere la molla giusta: una mostra mercato, in cui si può vendere: Anche magari, nei limiti consentiti, un po’ provocatoria, per dire la nostra su questa legge del diporto che non piace certamente a noi dell’autocostruzione e sulla quale non siamo nai stati interpellati (anche perchè: dove eravamo?) che non permette la vendita delle barche autocostruite se non dopo 5 anni dal termine della costruzione.
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    ciao
    Leo
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  8. Caro Leo, siccome l’idea mi sembra buona, vorrei tornare sull’argomento.
    1) Il mercato sta a Milano e a Roma (che sono comunque agevolmente accessibili da tutt’Italia). Un salone a Viareggio o a Cesenatico, farebbe secondo me la fine dei diversi raduni di autocostruttori e piccole barche che pure ci sono (tipo Nautilia): un simpatico fenomeno locale. Le “location” giuste sarebbero, secondo me, luoghi tipo l’Idroscalo a Milano o Fiumicino a Roma.
    2) Un’iniziativa come questa pur partendo dalla passione, deve stare in piedi economicamente: puoi rinunziare al guadagno, ma se inizi a regalare gli spazi espositivi dove vai?
    Ciao a tutti.

  9. Come ho già scritto sul forum di Nautikit a riguardo delle proposte avanzate, l’idea di un (sito) database di tutti gli autocostruttori dei loro (capo)lavori é senz’altro ottima, e credo che bisogna solo definire le modalità per mettersi all’opera.
    Sono perplesso per la Toscana come sede del salone dedicato all’autocostruzione, perchè di fatto escluderebbe molti appasionati dell’area medio adriatica, alquanto mal collegata con la Toscana. Meglio allora la Romagna, come dice Leo, ma forse Ancona potrebbe essere una candidata ottimale per la sua tradizione nautica, per la facilità di collegamenti (aerei, autostradali e ferroviari) e per la posizione geograficamente abbastanza baricentrica.
    Comunque al limite, tanto per incominciare, anche la Toscana andrebbe bene, basta che il salone riesca a decollare, per dare voce e visibilità e giusta soddisfazione a tutti i protagonisti dell’autocostruzione.
    Grazie e un saluto a tutti.
    Alberto

  10. Sarebbe una simpatica idea ma sono dell’opinione che se la notizia fosse troppo publicizzata alla fine arriverebbe nelle mani dei politici che troverebbero una bella scusa per spennare dei polli.
    Si sa, quando un fenomeno diventa grande incomincia a dare l’idea ai nostri governanti di poterlo sfruttare per incamerare denaro.
    Lo si è visto tante volte (sovratassa sui diesel, tutto il casino sui SUV etc..) .
    Già lo vedo il politico di turno che dice: ahhh, voi vi costruite la barchetta in garage e non lo dite a nessuno? Eh no…non si può fare…dovete prima presentare una domanda in carta bollata al vostro comune dichiarando dell’avvenuto inizio lavoro (costo euro 70), poi dovete dichiarare al consorzio rifiuti tossici che state utilizzando resina epossidica e vernici e quindi dovrete pagare il consorzio per lo smaltimento dei residui (euro 50 mensili fino alla fine dei lavori), dovrete fare una dichiarazione ai vigili del fuoco in quanto lavorando il legno potreste mettere in pericolo i vostri vicini di casa (costo della dichiarazione euro 150), poi alla fine dovrete presentare una domanda per il collaudo di un mezzo che è autocostruito e quindi per vedere la conformita a circolare un bel mazzo di circa 200 euro potrebbe essere sufficiente.
    Ed ecco che morì una volta per tutte il desiderio di farsi la barchetta in casa.

  11. Il biotipo dei politici italiani si suddivide in diverse specie, tra questi gli avidi predatori che con l’alibi del risanare non esitano a inventarsi tasse e balzelli di ogni tipo e per ogni nuova occasione, gli ottusi oltranzisti del rispetto delle regole, che tendono a creare leggi, leggine e norme che complicano a dismisura il già complesso labirinto burocratico, e infine i duri e puri che in preda al loro furore ideologico vedono oppressione delle masse e insulto ai bisogni di poveri e ultimi in qualsiasi cosa accada.
    Per fortuna ci sono (da entrambe le parti) anche (pochi) avveduti politici che non disprezzano la libera iniziativa e non vedono come minaccia situazioni che invece possono creare occupazione, indotto, insomma business e occasioni di crescita e sviluppo economico di cui il paese ha tanto bisogno, e certamente potrebbero difendere iniziative giuste come appunto è la costruzione amatoriale di barche.
    Quindi dubito che l’autocostruzione possa scatenare gli avidi appetiti del fisco insaziabile e possa suscitare attenzione presso i fanatici estremisti della burocrazia, e nemmeno che leader antagonisti possano scatenare furiose bande di no-global contro cantine e cortili dove si piallano e si carteggiano pregiate essenze “predate” ai poveri emarginati del terzo mondo.
    Allora, avanti tutta con l’autocostruzione e massimo impegno per una manifestazione che possa fornirgli voce e visibilità.

    Saluti,
    Alberto

  12. Come speravo, questi commenti si stanno trasformando in un bel dibattito pubblico; spero anche che Mistro abbia la pazienza di sopportarci… ;-)

    Attenzione, a mio parere non dobbiamo organizzare un Genova-Bis nè un salone di serie B: in questo modo partiremmo col piede sbagliato e saremmo sicuramente perdenti.
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    Non credo si debba pensare a manifestazioni come il Nauticsud di Napoli, il Nautex di Rimini o il Salone Nautico di Venezia che, per quanto abbiano una loro importanza, rimangono sempre secondari a Genova.
    L’esperienza del Nautilia è diversa (e non è poi così locale, poichè schiaccia l’cchiolino al mercato dei turisti di lingua tedesca) e mi sembra abbia un buon successo.
    Comunque queste manifestazioni non rappresentano assolutamente il nostro target.
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    Non sono così convinto che il “nostro” mercato sia tra i due soliti poli Milano-Roma: non lo è tra gli utenti finali (autocostruttori e armatori di piccole barche) e nemmeno tra distributori/importatori/produttori dei materiali per la costruzione che, anzi, sono quasi tutti dislocati in provincia.
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    Escluderei comunque l’idroscalo e penserei comunque a un posto di mare perchè… e se c’è da esporre una barca oceanica autocostruita, cosa fai: la esponi all’idroscalo? Onestamente, anche se è un bel posto, mi angoscia pensare a una bella barca ormeggiata lì… anche se ricordo le critiche di Mistro alla vacanza di Jesolo per il cosrso di autocostruzione…;-)
    Per me è più importante che vi siano strutture ricettive adeguate e perchè no, economiche: io non distegno di dormire in un bungalow. La sede della manifestazione potrebbe essere decisa anche in base alla disponibilità di qualche club nautico o amministrazione comunale.
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    Credo poi (riporto uno scambo di opinioni in privato con un collega operatore che spero intervenga qui) che all’inizio si possa realisticamente pensare a una sorta di raduno con manifestazioni collaterali come piccole regate, dimostrazioni, stages ecc., con la presenza di noi operatori, tutti insieme ma ognuno con le sue proposte, in spazi espositivi (stands, gazebi o quant’altro) poco impegnativi sia dal punto di vista economico che organizzativo.
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    Poi da cosa può nascere cosa, l’importante è che si sia uniti e determinati nel corso degli anni per creare qualcosa di davvero nuovo in Italia
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    Leo
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  13. Ho parlato con Mario e vi giro quest’ulteriore contributo alla discussione.
    un saluto Andrea

    Mi spiace del ritardo con cui rispondo ma, come tutti, siamo sempre molto impegnati.
    Ringrazio Leo della segnalazione di questa discussione che coinvolge il nucleo pulsante del nostro lavoro e ci fà capire che ci sono persone che apprezzano il nostro impegno e la visione che abbiamo della nautica.

    Detto ciò mi sento di aderire a qualsiasi iniziativa che possa offrire una visione della nautica non omologata dalle leggi del mercato attuale.
    Stiamo parlando di fantascienza!

    Se facciamo riferimento ai dati dl mercato questi sono sconsolanti: 83% del venduto a motore
    e il mercato si stà polarizzando a questo proposito una battuta di un’amico sui maxi yacht a motore
    “Questa non è più nautica … è edilizia!”

    Siamo sommersi dalla pubblicità e siamo sommersi da una visione consumistica della nostra passione, ci fanno dimenticare che la nautica è cultura, vita sociale, esperienze e che queste cose si possono condividere. Sembro un vecchio trombone e probabilmente lo sono!
    Il mondo della nautica minore è piccolo e schiacciato dalla “grande nautica” perchè non esprime fatturati, quindi i giochi e gli estremi del problema stanno lì.

    Dagli anni ’60, Sibma ha venduto circa 6-700 barche a vela in autocostruzione, un volume impressionante se pensate al settore, che negli anni si è assotigliato fino ad oggi in cui siamo in periodo di stasi per le barche a vela in autocostruzione, e il cantiere deve trovare altre strade perchè l’autocostruzione non offre gli stessi margini della barca finita.

    Ogni inziativa deve possedere un proprio tornaconto, Sic! per poter stare in piedi. Forse, cercherei una collocazione in un’iniziativa esistente per una partenza assistita. Cercando degli accordi per spazi gratuiti. o altre cose. Mi ricordo di un’iniziativa a venezia per un raid in laguna.

    Qualche speranza però c’è, basta guardare il lavoro di Paolo Bua o i classe ’40 costruibili e costruiti in compensato marino, il successo (in francia) del cantiere latitude che propone rivisitazioni di barche classiche etc.

    Tirando le somme è bene fare qualcosa e se si vuole fare qualcosa siamo pronti!

  14. Non posso che salutare con grandissimo entusiasmo l’adesione di Mario Quaranta della Sibma, essendo io un felice armatore di una barca progettata dal Papà Ernesto, l’EM7 ;-)
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    Leo
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  15. Riflettendo sull’idea di un “Salone per la nautica popolare”, per inciso nome che trovo bellissimo, mi ponevo il problema, non tanto di capire come fare per avviare una manifestazione di successo, ma prima di tutto di definire le caratteristiche peculiari, originali di una tale iniziativa.
    Bisognerebbe inserire in maniera stabile in tutte le edizioni una serie di iniziative culturali, che facciano da base fondante all’aspetto commerciale ed economico, in modo da trasformarle, anno dopo anno, in vere e proprie tradizioni.
    Per esempio:
    1)corsi teorici e pratici di progettazione nautica per autocostruttori
    2)workshop su tecniche costruttive di vario tipo
    3)concorsi per la progettazione e realizzazione di una barca economica, o veloce, o trasportabile, o dallo stile tradizionale ecc. ecc.
    4) concorso per l’invenzione del metodo costruttivo più veloce ed economico.
    5)Cicli di conferenze dedicate a personaggi che hanno contribuito con le loro opere: barche, cantieri, libri, a diffondere le idee e la cultura della nautica popolare.
    6) Mostra mercato di piccole barche autocostruite, restaurate, trasformate, inventate….ecc.
    7)raduno/manifestazione di barche o Classi veliche con modelli autocostruiti.

    Mario Falci

  16. Il contributo dell’arch. Mario Falci interpreta in modo ottimale quello che già da altre autorevoli voci era stato anticipato, fare qualcosa di sostanzialmente diverso dai saloni tradizionali rispetto ai quali la manifestazione a sostegno dell’autocostruzione dovrebbe offrire sia nella forma che nei contenuti. Quindi non essere una mera esibizione di manufatti amtoriali dell’arte nautica, tanto a far vedere quanto alcuni possono essere bravi, ma un modo per avvicinare la gente al mondo dell’autocostruzione, per coinvolgerla e far vedere come riuscire a ottenere un risultato soddisfacente, vincere una sfida, realizzare il proprio sogno…
    Ma forse Mario Falci é andato anche oltre, presentando di fatto quello che sembra una vera bozza di programma, che aldilà di dettagli e opinioni personali, si propone in modo interessante e innovativo, quindi direi quasi fattibile proprio perchè coglie nel modo giusto lo spirito e gli scopi che la manifestazione dovrebbe raggiungere.
    Alberto

  17. Da qualche giorno, stò seguendo con interesse, gli sviluppi di questa discussione sulla realizzazione di un Salone per la Nautica Popolare e la cosa ovviamente, non può che farmi piacere e di conseguenza, trovarmi d’accordo.

    Mi permetto quindi di dire la mia opinione:

    A mio avviso, oltre ad esporre barche, sia autocostruite che costruite da piccoli Cantieri Artigiani, bisognerebbe trasmettere alla gente il fatto che dietro a queste barche c’è ancora una cultura della nautica ed un rispetto per il mare e la Marineria Italiana in generale.

    Penso che ai nostri livelli, ogni autocostruttore prima ancora del piacere di costruire la barca, abbia in se un amore ancora più grande per il mare e per la Marineria in generale.

    Mentre un Artigiano, prima ancora del guadagno, pensi ad una costruzione più elegante e più marina possibile. (almeno questo è quanto succede a me!!!)

    Questa cosa,(la cultura nautica delle persone)al giorno d’oggi stà scomparendo ed a mio avviso, è un grande male.
    Prendiamo esempio dai Paesi del nord Europa, dove questa cultura è ancora molto radicata nelle persone.
    Proprio in questi paesi infatti è possibile osservare quello che io intendo per Nautica Popolare.

    Oggi purtroppo da Noi (e non solo) molta gente va per mare senza la minima cognizione di causa, di quello che è la nautica e di quello che può dare una barca ben costruita e marina.

    Benvenga quindi un Salone per la Nautica Popolare a patto però che il pubblico venga stimolato ed istruito in questo senso.

    stefano

  18. Giorgio Mussi on Novembre 1st, 2007 at 19:02

    Ciao a tutti,questa idea mi sembra molto interessante proprio per il fatto che potrebbe catalizzare l’interesse di coloro che trovano ormai asfittico ed estraneo al senso comune della vita una esposizione mondaiola come quella di Genova od altre,spero di poter seguire il dibattito sul forum.
    Giorgio Mussi

  19. Cristian Pilo on Novembre 2nd, 2007 at 08:47

    beh, direi che Mario Falci ha buttato nello stagno una pietra bella pesante, che mi trova completamente d’accordo; agganciare ad una mera esposizione di piccoli cantieri artigiani delle iniziative culturali del tipo da lui esposto sarebbe una caratterizzazione fortissima dell’iniziativa, che renderebbe un evento simile pressochè unico, e non assimilabile alle tante fiere della nautica più o meno piccole che vagolano in giro per l’Italia sgnando di diventare un “wannabe” salone di Genova.
    Bene bene, le cose pian piano prendono forma.

    Cristian Pilo

  20. Molto interessante un salone dell’autocostruzione come lo propone Mario Falci, perché vorrei costruirmi una barchetta per fare campeggio costiero progettata da me, ma sono ancora indeciso perché devo capire bene come incominciare, e le proposte di Mario Falci mi piacciono perché non si farebbe una mostra per vedere solo quello che fanno i più bravi, così da restare demoralizzati rinunciando subito e quindi questo salone della nautica minore fallirebbe la motivazione principale di incoraggiare l’autocostruzione.

    Quindi mi pare giusto insegnare alla gente come si fa a progettare e costruire una barca da soli e sarebbe bene che questi corsi fossero brevi, gratuiti e non troppo tecnici ma essenziali, perché penso che per farsi una barchetta non occorre saperne quanto gli ingegneri navali.
    Anche per imparare a costruire basterebbe un corso con tanti video con tutte le spiegazioni utili e poi rispondere a tutte le domande, perché chi vuole costruire una barca ha tanti dubbi e nessuno che può rispondere, perchè non bastano i forum quando il compensato non si piega o la colla non fa presa.
    Ottimo anche il concorso per il metodo costruttivo economico e veloce, che interessa tanti come me che ancora non si costruiscono la barca per mancanza di tempo ma anche di soldi.
    Naturalmente le barche autocostruite si devono vedere, ma non quelle che richiedono più di 3-4 anni di lavoro e vengono a costare 40-50000 euri, ma quelle che per difficoltà, tempo e costo le possono fare tutti, niente lusso ed esagerazione, per quello basta Genova, ma tante buone idee.

    Alex da Pescara

  21. Con Mario Falci è intervenuto anche il “nocciolo duro” dell’autocostruzione, che rinchiude in se tutta l’essenza della nostra passione. Così si stanno incontrando qui le diverse anime della “nautica non allineata”: culturali, commerciali, artigianali e sportive
    -
    Mi aspetto l’intervento di altri 3 o 4 “pro” ma a questo punto credo che sia giunto il momento di darci da fare, sostituendo le nostre “dichiarazioni di intenti” con i fatti: direi che ci sono già le basi per un primo incontro, magari secondo le modalità suggerite da Mistro con una nuova “diavoleria moderna”:
    il Bar(che)Camp. Cos’è? Andatevi a leggere l’articolo
    “Prima del Salone”:
    http://www.velablog.com/?p=396
    e meditateci sù una notte…
    -
    Credo che possa essere utile, per chi ha un sito (anche amatoriale), reclamizzare la nostra iniziativa in modo da creare consenso e partecipazione. Informare la stampa potrebbe essere il passo successivo…
    -
    ciao
    Leo

  22. Una “non conferenza” della nautica “non allineata”
    Caspita, come mi piace… !!!
    -
    Leo

  23. bella iniziativa, complimenti.
    Secondo me per allargare il giro, bisognerebbe aprire le porte anche ai piccoli cantieri che costruiscono barche di fascia economica, derive e piccoli cabinati, in Italia ce ne sono molti, anche gli importatori/distributori di marchi esteri, penso al viko ecc…

  24. Rispondo a Domenico. Questa manifestazione per l’autocostruzione dovrebbe essere soprattutto centrata sui cantieri produttori di kit, aziende che vendono piani, materiali e accessori per l’autocostruzione e gli autocostruttori stessi, veri protagonisti le cui “creature” fornirebbero pratica dimostrazione delle potenzialità di dilettanti e hobbisti, associate alla cultura della marineria e alla passione per il mare.
    Il target dovrebbe essere la barca di legno o di compensato marino, con qualche eccezione per gli scafi metallici chiaramente fai da te, limite ultimo dell’autocostruzione per le particolari abilità richieste, ma che spesso per dimensioni, costi e vari contributi fuoriescono dall’ambito amatoriale sconfinando nel professionale.
    Gli scafi in sola vetroresina dovrebbero essere accettati solo se prodotti da veri autocostruttori e non da aziende, in quanto già esistono manifestazioni destinate alla nautica di fascia economica che dà spazio a piccoli cantieri ed importatori, e non penso abbiano attinenza con la “nostra” manifestazione, la quale accanto all’aspetto necessariamente commerciale e tecnico, dovrebbe affermare una impostazione culturale, divulgativa ed educativa.

    Alberto

  25. La proposta di un salone per la nautica popolare ha dato vita ad un dibattito, ad una partecipazione e ad una quantità di proposte, tutte intelligenti e sensate, quale non mi sarei mai aspettato ma seguendo la discussione mi sono reso conto che i commenti di un blog per la loro caratteristica di verticalità e per l’impossibilità ad un quoting “ragionevole” non sono il luogo adatto per tirare le fila di un evento del genere.

    Per questo ho pensato ad un luogo in cui la discussione rimanga sempre aperta, non sia verticale, segua una logica gerarchica e sia accessibile sia via mail che via web. Un luogo che sia anche campo neutro rispetto ai professionisti del settore il cui contributo ci è assolutamente indispensabile.

    Attraverso il meccanismo dei gruppi di Google ho creato una mailing list che ho chiamato BarCheCamp la lettura e’ aperta e possibile a tutti, la partecipazione solo agli iscritti (così evitiamo gli spammer e i disturbatori di professione)

    Appena sarà fisicamente possibile (ogni tanto mi tocca anche lavorare per campare :-) ) tirerò le fila delle proposte e delle idee fin qui maturate e stenderò un manifesto da pubblicare sul VelaBlog e sulla neonata mailing list con cadenza periodica.

    Per maggiori dettagli e se -bontà vostra- vorreste aderire alla mailing list vi rimando a questo articolo http://www.velablog.com/?p=403

    Grazie a tutti per quanto e’ stato prodotto fino ad oggi e spero continuerà a venire prodotto domani.

    Sergio

  26. Io suggerisco la città di Bologna logisticamente parlando è un punto nevralgico dell’Italia, ben collegata e raggiungibile, sono anche di quelli che però desiderano organizzare tale evento in una città di mare con storia marinara e tradizioni di costruzioni navali, personalmente suggerisco Trieste…………forse un pò lontana…….ma fantastica…

    Vedo che siamo in molti a soffiare l’onda, ma ci sarà una linea di partenza o continuiamo solo a sognare ??
    Buon Vento a tutti

    L’ONDA ESTREMISTA DELL’AUTOCOSTRUZIONE INIZIA A PULSARE………….

  27. In attesa che sia pronto il forum su google rispondo ad Alberto. Attenzione a mettere paletti sbagliati alla partecipazione dell’ ESSENNEPI (l’acronimo vi piace?). Mai e poi mai indicherei il materiale come discriminante per giudicare se una barca è popolare o meno. Se per popolare intendiamo una barca piccola, autocostruita o costruita con metodi facili da professionisti ma sopratutto da dilettanti con strumenti e metodi semplici allora non possiamo certo stabilire prima quale materiale è “giusto” o meno. Visto che la sperimentazione è bene accetta ed incoraggiata con concorsi e premi, non possiamo a priori dire che per esempio il sandwich di foam e carbonio non va bene se un domani qualcuno riesce ad inventare un metodo facilissimo per costruirlo. Che poi il carbonio è caro , purtroppo lo so anche io che lo compro; ma vi immaginate severi giudici di un futuro Salone della Nautica Popolare che come guardie rosse con il libretto delle regole, misura i centimetri quadri del peccaminoso materiale? Non è questo il nostro obiettivo! E forse , a pensarci bene neanche la lunghezza della barca: quale il limite entro cui dico che una barca è piccola e “popolare” ? Insomma no lunghezza e materiale, si a come la barca viene costruita.
    Ciao
    Mario Falci

  28. Rispondo all’arch.Mario Falci. Un semplice appassionato come me, aspirante autocostruttore non può certamente mettere paletti per una discriminazione tecnica sulle barche, poiché tale tipo di discorso sarebbe chiaramente fuori delle mie competenze. L’intenzione era diversa. Nel rispondere ad un altro utente, mi proponevo di meglio identificare, non le barche in concorso, ma la tipologia dei partecipanti all’ ESSENNEPI, escludendo fabbricanti e commercianti di barche sia pure piccole o economiche e quindi totalmente estranei dal concetto di autocostruzione, che è non solo fatto puramente commerciale ma anche culturale.
    Per il resto concordo con lei e ritengo le sue proposte validissime, motivanti e costituiscono una svolta per la futura manifestazione, soprattutto per l’incentivazione alla sperimentazione di nuovi metodi di costruzione chiaramente basati su tecniche e materiali nuovi; come concordo che le barche in concorso non debbano essere drasticamente vagliate al grammo e al centimetro, ma sul metodo costruttivo. No limits per lunghezza e materiale: OK. Ma se lo spirito della manifestazione è quello di accrescere il consenso “popolare” verso il mondo dell’autocostruzione, se non abbiamo un tetto alle dimensioni delle barche, potrei sbagliare, ma forse si dovrà metterlo al costo.
    Questa mi pare è anche la filosofia del Cantierino, che sicuramente è quanto di più “popolare” esiste nel web a proposito di barche.
    Cordiali saluti
    Alberto

  29. Continuiamo la discussione su “BarCheCamp”:
    http://groups.google.it/group/barchecamp
    -
    ciao
    Leo
    -

  30. Accolgo con entusiamso l’idea di cui mi ha scritto Leo; è ora di far rinascere l’autocostruzione, che non ha mai avuto nulla da inviadiare a certi cantieri. Vi raggiungo su velablog!

  31. Sergio Mantile on Gennaio 20th, 2008 at 10:21

    Idea bellissima! In termini economici si andrebbe ad aprire un mercato enorme, per una domanda che attualmente sidisperdere in mille rivoli spuri.

  32. penso sia una bellissima idea…. purtroppo si cerca sempre più spesso di accantonare le vecchie tecnologie senza valorizzare le tradizioni…
    io sono un universitario, e fortunatamente mi sono imbattuto in una competizione velistica, indetta da ingeneria di roma tre, “mille e una vela per l’ università”, durante la quale le università partecipanti dovevano progettare e costruire una deriva con lo scafo interamente in legno, e sfidarsi in una regata di tre giornate con in palio un trofeo…
    insomma grande fatica nel costruire la barca e grandissime sostisfazioni… tutto questo ci ha aperto nuovi orizzonti sul fronte dell’ autocostruzione e delle vecchie tradizioni, proprio ciò per cui era stato indetto il concorso…. sul sito http://www.blog.guelfaeghibellina.com si possono vedere le foto delle barche e delle fasi di costruzione…..
    questa iniziativa penso sia molto simile di intenti a quello di cui stavate parlando.

  33. Concordo pienamente con queste affermazioni, è proprio una grande idea…non bisogna solo pensare a quelle imbarcazioni e navi di lusso, ma alle piccole barche di persone comuni che hanno la libertà di navigare.

  34. Si sbaglia spesso a definire la nautica come un lusso…credo che la nautica , nella maggior parte dei casi , sia pura passione…