A Mofalcone tra bora, pompe e stralli rotti 2 di 2 |

…e una magia

Riportato il livello di umidità dei sacri lembi ad un livello accettabile e chiamati Mino e Claudio, miei principali supposter velici, mi incontro con l’istruttore per un debriefing e per sapere se e’ riuscito a sistemare la pompa.

Mi dice di si ma tentenna e sorride… uhmm qui gatta ci cova.

Si va alla cena offerta dal circolo organizzatore. Mi viene presentata una giovane ragazza molto carina che fara da nuova aiuto all’aiuto istruttore.

Quasi alla fine della cena ritorno alla carica:
Ma allora ‘sta pompa e’ sistemata si o no?
Si, la pompa e’ sistemata ma sei senza strallo.
COME SAREBBE A DIRE CHE SONO SENZA STRALLO!?!?
eh… la aiuto aiuto ecc ha provato a fare un giro con la tua barca, e’ atterrata violentamente sotto al pontile e si e’ rotto lo strallo.
Ma lo strallo o il tessile? (abbiamo lo strallo regolabile)
Il tessile, si e’ tranciato ed e’ scappato dentro, domani mattina vediamo cosa si puo’ fare. (mi vedo gia’ sulla via di casa)

Mi monta la carogna, una carogna mastodontica, lì, bella appollaiata sulle spalle. Sono nervosissimo, mollo tutto e torno in albergo per non mettermi a masticare il bordo del tavolo, ho voglia di fare le valige ed andare a casa.
Ho una gran voglia di mollare tutto definitivamente, chiedere supporto tecnico agli amici virtuali e comprarmi un cabinatino per farci velaturismo col mio amore.

Domenica mattina, alle 7 e mezza l’istruttore mi telefona per dirmi che ha passato la notte abbracciato al water, di avviarmi e chiedere aiuto a qualcuno per quel dettaglio dello strallo. A benon…

Insieme a me arriva in darsena la aiuto aiuto, mi consulto con qualche tecnico delle altre squadre e non c’e’ soluzione. Faccio fissare lo strallo alla ghinda e faccio murare il fiocco fisso su un gonfare che sta qualche centimetro piu’ indietro. E speremo ben. Certo che regatare una volta nella vita con la barca al 100% pare brutto?!?!

Il cielo e’ coperto ma la bora sta spazzando via le nuvole, sara’ sole certo, il vento si preannuncia bello sostenuto e il comitato chiama gli atleti per un briefing. Annunciano che siccome col sole i rafficoni di bora saranno sempre piu’ violenti (a me pare strano ma loro ne sanno sicuramente di piu’) c’e’ la possibilità che predispongano il campo di regata
nella lagunetta di fronte alla Fincantieri, lì e’ riparato e non ci sara’ onda.

Ma lì e’ TROPPO riparato, tra una nave da crociera a sinistra e la rigogliosa vegetazione a destra ci sono dei buchi di vento paurosi. Si fa largo l’idea che il comitato sia convinto che non si sia in grado di affrontare la situazione in quanto la maggior parte di noi e’ disabile…

Serpeggia il malcontento (giusto per non utilizzare una frase fatta) e lo esterniamo al comitato. Tra noi c’e’ gente che regaterà ad Atene alle paraolimpiadi dove difficilmente manchera’ il vento forte, questi hanno necessità di confrontarsi in regata anche in condizioni difficili. Decideranno una volta fuori. Alla fine si regaterà in mare con forse un
10/12 nodi di bora e un mare bello spianato. Col sole piu’ che rinforzare il vento tendeva a calare.

Si parte, cerco di regolare meglio che posso il fiocco ma con la mura fissata con uno stroppo al golfare non mi riesce di dare all’inferitura coerenza con la strallo, fa le “cappe”. Se sto morbido di scotta rifiuta l’inferitura del fiocco, se cazzo a ferro mi rifiuta la randa, sento inoltre tantissimo i rifiuti delle altre barche. Non mi resta che bolinare un po’ piu’ largo, col fiocco piu’ cazzato possibile ma completamente lascato di barber per non portare troppo aria sottovento alla randa e in aria il piu’ libera possibile. In poppa non porto avanti l’albero, non mi fido a mollare gli spingialbero, forse potrei ma non voglio rischiare.

In queste condizioni riesco perfino ad avere qualche momento di genio (di culo) e girare qualche boa in buona posizione ma mantenerla e’ durissima. Alla prima prova parto bene in comitato, faccio la mia onesta regata e arrivo nono, notando pero’ che il vincitore (Sergio Morin, vincitore di un’infinita’ di campionati italiani di Snipe negli anno ’60) andando in solitario a prendere il lato sinistro arriva davanti a tutti con un distacco abissale, secondo me lì c’e’ qualche magia…

Nella seconda prova parto malissimo e coperto dal mondo, nella prima bolina ho Ita81 sopravento che mi porta in gita turistica, orzare non posso perche’ e’ troppo lontano e non stringo come dovrei, virare non posso perche’ e’ troppo vicino e lo centrerei. In condizioni normali ita81 e’ uno dei due che sorpasserei da sopravento senza problemi alla fine arrivo decimo.

Nella terzaprova decido di andare a verificare la magia. Sulla linea di partenza mi piazzo in boa fermo in attesa dello sparo, parto benissimo e tiro un lungo bordo mure a dritta sul lato sinistro. Ad un certo il fiocco prende accollo… MAGIA!!!, viro e mi ritrovo sparato in boa tra i primissimi. Peccato che sia mure a sinistra e mi tocca di fermarmi al passaggio a livello per far passare il trenino.
Finisco di nuovo nono ma contento.

Se devo tirare due somme sul risultato agonistico posso dirmi abbastanza soddisfatto, l’anno scorso in questo periodo facevo la mia prima regata, i primi li vedevo sulla linea di partenza e poi sparivano lontanissimi, piano piano, prova dopo prova, regata dopo regata, li ho visti sempre di piu’ avvicinarsi ed ora sono con loro per una porzione sempre maggiore di tempo.

Presto o tardi riuscire a stare con loro fino in fondo… sempre che nel frattempo qualcuno non riesca a farmi passare la voglia di regatare e mi convinca a darmi al velaturismo col mio amore.

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