Regata IMS a Caorle |

Sabato squilla il telefono, e’ Alessandro che chiama per il “de briefing” della regata, as usual. Ci sentiamo sempre dopo che fatto una regata. Alla fine della ciacolata mi fa: vieni domani… in barca… a fare la regata?

Lui specifica perche’ sia mai che lo confondo con l’invito ad andare a salutarlo DOPO la regata. Espleto la formalità di chiedere il “permesso” alla Iena (la mia compagna) e confermo la presenza, non senza chiedere “ma checcazzo mi farai fare, ti serve un culo di piombo in falchetta?”

Domenica mattina puntuale mi presento in porto, c’e’ un po’ di borino ma e’ matematico che appena il sole scaldera’ un pochino andra’ giu’ del tutto. Si esce, ci sono 4/5 nodi, “‘ndemo su co la randa? Sergio…ciapa qua el timon…” si fanno un po’ di prove con salti paurosi, preludio ad una rotazione che poi si confermera’. Facciamo con comodo convinti che il comitato non dara’ il via con così poco vento ma sopratutto così instabile.

E invece POOOOO suona la tromba, cedo la barra a chi sa farne un uso migliore di quello che potrei farne io e mi piazzo alla randa, siamo lontani, cori cori cori… ci ritroviamo perfetti sulla linea allo sparo, buona partenza, forse un po’ troppo in mezzo (con quel poco vento, che nel frattempo e’ sceso a 3 nodi, soffriamo la patana della flotta). Chiedo ad Ale se si arrangia con la randa e vado a piazzare il mio dolce peso in falchetta sottovento che il quel momento e’ piu’ utile lì. La flotta si sgrana e iniziamo a camminare… 0.9, 1 nodo, WOW 1 nodo virgola 2, miga merda.

Il vento salta, vedo la boa e segnalo al pettinato che volendo potrebbe orzare e fare prua dritto sulla medesima, mi risponde che non vorrebbe orzare troppo e ordina al prodiere di iniziare a girare, con graaande discrezione, il circuito dello spinnaker.

Siamo i primi a dare spi, FUURRRRBOO il pettinato, per quello che voleva rimanere poggiato, il resto della flotta ci segue, qualcuno preso in contropiede cappella alla grande, qualcuno issa per base qualche altro caramella.

Arriviamo in boa e passiamo interni ad un altro 31.7, vento non ce sta, tocca stare larghi e lui molto sportivamente ci lascia tutto lo spazio necessario, ancora piu’ sportivamente poco piu’ avanti ci segnala che abbiamo una scotta in acqua, un vero gentleman.

E via, si va a fare di bolina quello che dovrebbe essere un lato in poppa. Sotto costa Fabio ci vede piu’ pressione, andiamo a prendercela e questo paga parecchio, valutiamo bene il giro di correnti in uscita dal Livenza e lì cappelliamo clamorosamente la valutazione di quella che dovrebbe essere la nostra layline, viriamo parecchio oltre e questo potrebbe esserci costato la vittoria nella prova (e un’altra cosa che per carità di patria non sto qui a raccontare). Finiamo secondi con distacchi abissali sugli inseguitori, sui diretti concorrenti e pure su qualche barcone parecchi metri piu’ lungo.

Mi sono proprio divertito, son proprio contento

Note:
1)Quando il vento latita emerge il manico, e ad Ale e al suo equipaggio non manca di sicuro.
2)I comitati di regata di vento non ci capiscono mediamente un cazzo, troppa fretta di macinare prove, avessero aspettato un po’ avrebbe fatto una prova come Dio comanda, bolina poppa bolina poppa al posto di mezza bolina mezza poppa una bolina intera. E forse avremmo anche potuto fare una prova in piu’ se non avessero messo giu’ la boa lotanissima quando il vento non c’era e vicinissima quando c’era, nella seconda prova.
3)In una regata a compenso, quando si perde una posizione per 3 secondi cappellare la layline anche solo di 50 metri e da mangiarsi le unghie fino al gomito.

Sulla seconda prova a parte un arrivo un po’ sofferto perche’ siamo entrati interni ad uno che doveva fare un altro giro e che quindi ci ha costretto all’orza non c’e’ molto da raccontare, 8/9 nodi belli stesi, abbiamo fatto la nostra onesta regata, non so come siamo arrivati, forse quarti.

Comments are closed.