I miei 5 minuti di estasi |

Rispetto alla tramontana/bora a Jesolo non siamo abbastanza vicini da avere mare piatto e non siamo abbastanza lontani da avere mare lungo, risultato: quando soffiano un 15ina di nodi per tante ore, con un 6 metri e mezzo di barca, sembra di stare in lavatrice.

Sabato pomeriggio si sono verificate le condizioni da lavatrice.
OH! …niente di ingestibile, solo poco confortevole.

Poi il vento e’ andato via via calando ma il mare c’ha la sua inerzia e quanto a sbattimento diventa pure peggio perche’ non c’hai potenza.

Poi il vento e sparito (quasi) del tutto e il mare si e’ placato completamente, lì ho avuto il miei 5 minuti di estasi… mollato l’imbando tra strozzatore e winch per le drizze, mollato un filino di base, paterazzo, acceso una cicca (che quando il vento e’ poco poco aiuta)
tolto il comando a mister autohelm che ormai era in preda ad una crisi depressiva, spostati i pesi sottovento e avanti mi sono messo in caccia del refolo.

Per me quello e’ il massimo, ci si deve rilassare al 100% per fare in modo di immergersi completamente nell’ambiente ma allo stesso tempo tutti i sensi devono essere allertati, la concentrazione deve essere massima. La barca inizia ad andare, si vece un accenno di scia, si costruisce un filino di apparente, si puo’ iniziare a stringere e cazzare dolcemente le vele ma muovendosi piano, senza disturbare il precario equilibrio che si e’ creato.

La barca va, cammina…

Sesto minuto: “Tiriamo giu’ tutto e andiamo a casa che mi son rotto le balle, qua non c’e’ un casso di vento”

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