Una giornata al Salone di Genova |

Di Marco Giudici

Lunedi ho marinato e mi sono dedicato una giornata al Salone, obiettivo iniziale vedere 2 barche, poi ho sforato e non senza qualche sorpresa piacevole

Innanzitutto il disagio creato dai lavori in corso si è per me trasformato in positivo perchè le barche a vela, confinate la in fondo alla darsena, hanno tenuto lontano gli eventuali motoscafisti curiosi ;-)

Ecco le barche su cui ho passato un po’ di tempo, in ordine cronologico:

Najad 405

Najad 405

Bella, lussuosa, fatta bene, solida, attrezzatura di coperta di prim’ordine, insomma un sacco di belle cose, ma accanto ai dettagli preziosi anche soluzioni un po’ tanto radicali ( gli stopper dei rinvii dall’albero posizionati sui lati verticali della tuga per mantenere stagno il parabrezza, mi sono visto sdraiato sotto vento, mezzo fuori dal pozzetto, a barca bella sbandata, magari un po’ più della falchetta in acqua, a lavorare sugli stopper ed il winch, e non mi è piaciuto ), dentro tanto bellissimo legno molto ben lavorato, tutto scorre e scatta a meraviglia, tientibene al posto giusto ricoperti in pelle, idee
intelligenti, ma mi ha dato un senso più di lusso che di praticità, non mi ci sono visto a scendere sotto coperta con cerata gocciolante e stivali scoli a mangiarmi un panino con il salame seminando briciole.

Prezzo da estimatori 338 k€ :-0 , dando un’occhiata al listino degli accessori mi sono fermato a 80k€ e non ero ancora arrivato alla lavatrice, resterà un sogno? temo di si. Accanto c’era il 440 AC (aft cockpit, pozzetto a poppa, pare che il mercato lo richieda), tutta troppo grande, soprattutto i numeri del prezzo ahahahah, non ci sono salito

Sunbeam 39

In realtà è 20 cm più lunga del Najad 405 che era li accanto, ma sembra più piccola, mistero dei numeri, categoria di barca omogenea, pozzetto centrale, da l’idea della cuginetta povera, più dei 100k€ in meno di differenza di prezzo base, meno legno, più semplice, meno lussuosa, ma forse più a misura di uomo, attrezzatura di coperta completa e ben studiata, tanti gavoni da aver bisogno di un GPS per orientarsi, un difetto gravissimo, ma col tempo probabilmente passa, puzzava di vetroresina al punto che dava veramente fastidio starci sopra, non vi dico dentro.

Potrebbe essere una valida alternativa alle barche scandinave, l’importatore non è proprio simpaticissimo, ma anche questa è una valutazione personale.

Rustler 36

Rustler 36Accanto al gioiello 24, la seconda barca più bella del salone, la prima la dichiaro dopo, il 36, dopo il 42 dello scorso anno, premesso che il prezzo parte da uno stratosferico 192k€ ero veramente curioso di vedere questa barca che per me rappresenta qualcosa di mitico per motivi molto personali.

Costruzione old style, chiglia lunga, timone appeso allo specchio di poppa con barra in legno scolpito dal pieno, very very english, profumo di legno e teiera sul fornello, ma mi è davvero troppo stretta di spalle, stretta rispetto alla lunghezza ha un micro bagno in cui non entro, se entro fatico ad uscire ;-), un loculo a poppa sotto una panca del pozzetto che ha fatto sorridere la signora che era a bordo quando ho fatto notare che non era per me, comunque una barca bellissima, una bomboniera dentro, un concentrato di marineria fuori, ideale per max tre persone, fa sognare i mari del nord e trasmette la voglia di avere 30 nodi sul naso

X Yacht X-40

Barca splendida ed assurda allo stesso tempo, va divisa in due, fuori e dentro velicamente parlando è attrezzata con il meglio del meglio, dal sartiame in tondino all’albero Selden con il profilo studiato apposta per la barca, è veramente una barca pensata e ragionata per andare davvero a vela, ogni dettaglio e particolare è dove serve, ovunque ti metti e pensi a cosa potresti fare ti sembra che ti abbiano progettato la barca apposta per te, innamoramento immediato poi scendi in dinette e trovi altrettanta attenzione e pensi, questa è la barca dei miei sogni, poi ti svegli, io mi sono svegliato, cabina a prua da puffi, al massimo da grande puffo, la v è stretta come la prua, direi che più che due ragazzi, non alti, non ci possono stare, mia figlia ed un’amica, penso, allora vado a vedere la cabina di poppa, ma c’è solo una cuccettona infilata sotto il pozzetto che la schiaccia ed opprime, peccato, perchè ero proprio partito per la tangente ed il fattore prezzo era meno pesante del previsto, poco più del 12 % del Rustler 36, 215 k€ tanto per capirsi.

La più bella del salone TOFINOU 8 un gioiellino di 8 metri, linee classiche in chiave moderna, un pozzetto raccolto ma da perdercisi, tutto a portata di mano, legno tirato a lucido, un prezzo folle di 75000 €, ma che bella!!!

Tofinou 8

Sweden 42

Il 40 esce l’anno prossimo, il 42 mi ha choccato in senso positivo, la barca non era nuova di cantiere, negli armadi c’erano cerate e stivali, un piacevole senso di usato, qui mi sentivo di essere davvero in barca, in coperta un pozzetto raccolto non centrale, attrezzatura ben dimensionata tutta a portata di mano, fiocco auto virante e rotaie del genoa, dorade protette da tubi in inox, tutto uno spettacolo, dentro ancora meglio e soprattutto uno dei miei must, bagno a prua estrema dotato di abbondante passo d’uomo che può essere usato come cala vele, infilare sottocoperta una vela grondante acqua non deve essere un dramma
per la cuccetta di prua :-) e poi si alleggiscono le estremità ;-) due belle doppie a poppa, dinette, cucina, carteggio, tutto perfetto, il prezzo il solo vero difetto, per portarla via e navigarci 400k€ non bastano, spero solo che il 40 sia della stessa pasta ma di prezzo più umano, inatnto mi chiedo se è ma possibile che le cose belle siano sempre anche le più costose?

Hanse 400 > 430

Dato che avevo orientato le mie visite sui 40 piedi mi sono messo in fila bravo e paziente per salire sul 400, giunto il mio turno mi accorgo subito che questa barca ha qualcosa che non va, salendo da poppa il timone ti blocca li e proseguire verso prua non è semplice, mi contorco ed avanzo, devo dire che resto sorpreso da un concreto senso di solidità sotto i piedi, avevo letto di scricchiolii, ma il mio quintale non ne ha generato, l’attrezzatura di coperta mi sembra ben piazzata e di qualità, purtroppo in barca c’eravamo un po’ troppi e mi sono potuto soffermare poco sui dettagli.

Sottocoperta un mondo assolutamente diverso da quello visto fino a quel momento, ma molto piacevole, non confrontabile, qualcuno l’ha già scritto oggi, non puoi confrontare cose diverse, puoi solo pesare le tue sensazioni, ed in questi ambienti “semplici” io mi sono trovato benissimo, poi ho anche avuto modo di capire che ci sono trovate non stupide, gli spazi sono “riempiti” bene ( scusate il gioco di parole di riempire gli spazi, ma è quello che ho percepito ), il bagno mi contiene serenamente, i divani sono comodi, insomma, ho trovato un ambiente “diverso” ma non per questo poco o meno accogliente.

Mi sono incuriosito ed ho iniziato a fare qualche pulce in più, il motore ed i suoi accessori sono gli stessi dell’X40, sembrava montato dallo stesso tecnico, il quadro elettrico è cablato con teutonica precisione, il senso di solidità delle cerniere delle porte e delle guide dei cassetti è concreto, risalgo per lasciare spazio alla folla ed il timone è ancora tra i piedi, mi giro a destra ed il 37 è fatto uguale, mi giro a sinistra e resto abbagliato, il 430 ha due ruote, si scende dal 400 e si sale sul 430.

A parte un generale senso di “più grande” ciò che è veramente diverso è il pozzetto con le due ruote e la poppa davvero aperta, il tamburo dell’avvolgifiocco sotto coperta (mettendolo li hanno guadagnato quasi tre metri quadri di vela ;-) ), noto il sartiame in dyform ( una via di mezzo tra il tondino e lo spiroidale ), il lunghissimo albero della sparcraft, l’attrezzatura è di qualità e sembra ben piazzata, in pozzetto c’è un ragazzone tedesco che mastica poco italiano, facciamo quattro parole in inglese e mi dimostra che i miei dubbi sulla scotta randa lontana dal timone sono conosciuti e mi fa vedere che la scotta arriva tranquilla ai due winch primari, che con l’autovirante non servono, ed il mio dubbio si dissolve, nel complesso l’impressione è più positiva di quanto mi aspettassi, sotto coperta è tutto molto simile al 400, ma ancora più arioso, insomma una gran bella impressione.

Scendendo guardo il prezzo ed allibisco, 129500 €, 100000 meno dell’X40, un terzo del najad, la domanda è ovvia, cosa non ti danno? E’ qualcosa che puoi comunque comprare come optional o è la qualità produttiva?

Non so rispondere, però si tratta di un prezzo decisamente interessante per una barca che avrà mille cosette da sistemarsi a propria misura, ma non sembra niente male, piacevole sorpresa.

Tornato a casa vado sul sito e scopro che il cantiere è sul baltico, a poche ore di vela dai cantieri svedesi e finlandesi, la stessa cultura marinara, lo stesso mare, hanno generato barche molto diverse, strano? Non so darmi una risposta, quello che è certo è che il motto della Sweden Yacht, tanto di cappello alla barca, non va troppo d’accordo con il mio stle di vivere il mare: “quello che per voi è lusso per noi è lo standard”

Marco da zena

No Responses to “Una giornata al Salone di Genova”

  1. Complimenti all’autore. Nel mondo (inquietante) della vela italiana, bisogna passare attraverso internet per leggere un pezzo di commento-critica degno di questo nome sulle barche del salone. Vi seguirò con attenzione.

    PS
    Non ha stupito anche voi il fatto che tra le centinaia di barche a vela esposte ce ne fossero meno di cinque sotto i dieci metri? Eppure ho visto dozzine di velisti che avrebbero avuto il piacere di mettere i piedi (scalzi) su barche da acquistare senza prima rapinare una banca. La Beneteau ad esempio ha appena lanciato il nuovo First 217, ma schierava solo barche dai dieci metri in su. Non capisco la logica dei cantieri. Sono io che non ci arrivo?

  2. Io non so di preciso perche’ i cantieri non portino ai saloni le barche piccole ma temo che non gli interessi venderle perche’ non ci guadagnano quasi niente sopra. Ne i cantieri e ne i concessionari.

  3. marco giudici on Ottobre 12th, 2007 at 07:56

    non c’erano le piccole barche perchè causa lavori in corso mancava un padiglione intero e quindi c’era posto solo in acqua e dato che lo spazio era piuttosto risicato e costoso hanno messo in acqua solo le barche “grosse”, ma le barche piccole esistono eccome, basta cercarle e se vi interessa andate a cercare sui siti beneteau il 21.7 jeanneau il sun 2000 ecc sul sito coopnautica l’explorer 20 sul sito makesail i mailbec, poi ci sono i phoenix, i delphia ecc ecc ecc
    oltre a tutti i monotipo dai 20 ai 25 piedi circa che si trovano spesso usati anche a prezzi accettabili quando passano di moda.
    il margine di guadagno tra una barca piccola ed una grossa non è, percentualmente parlando, inferiore, ma si fa la stessa fatica, ed a volte con impegni di tempo e risorse analoghe se non superiori, a vendere una barca piccola incassando in senso assoluto molto meno.
    ora devo lavorare, sto lavorando duramente per smettere di lavorare quanto prima, ciao a tutti.

  4. Marco Malvezzi on Ottobre 20th, 2007 at 18:20

    grazie per i commenti, ma consiglierei di prendere meglio le misure del bagno, che è sicuramente tra i più grandi di barche a vela sui 36piedi, così come quello che chiami “loculo” che è invece un’ampia cuccetta da 1 piazza e mezza. Io sono alto 1,85 con spalle da ex nuotatore e peso 85 chili , ci dormo benissimo!
    Comunque se voui puoi venirla a provare a Genova.
    Marco Malvezzi