Apriamo il dibattito |

Mi piacerebbe che i miei esimi (due) lettori dessero la loro opinione sul perchè il Giro D’Italia a vela del mitico Cino Ricci sta morendo.

Io un’opinione mia la ho però mi piacerebbe leggere anche qualche opinione altrui.

No Responses to “Apriamo il dibattito”

  1. Secondo me
    1) incide parecchio il fatto che le barche siano “sistema proprietario” dell’organizzazione e non “open source” come in francia.
    2) un mese e passa di manifestazione non è facile da gestire per equipaggi non professionisti
    3) il velista medio italiano non è paragonabile con il francese
    BV

  2. manca uno sponsor importante che faccia promozione e comunicazione (vedi suzuki in francia)per convolgere il pubblico…certo non siamo in francia e i velisti veri sono pochi….ciao

  3. Essenzialmente io vedo questi problemi, di non facile soluzione.
    - manca totalmente in Italia un reale interesse sulla Vela, sport per pochi e conseguentemente poco seguito dai media;
    - da ciò deriva la pressochè mancanza di interesse per i Comuni di essere rappresentati nella manifestazione, disinteresse che si sposa con la cronica carenza di sponsor reali nella Vela. Sponsor reali, perchè tante scritte pubblicitarie che si vedono in giro altro non sono che l’azienda del proprietario della barca;
    - manca un vero main sponsor della manifestazione, il cui contributo dovrebbe portare quanto meno a dimezzare il costo fisso di partecipazione, incentivando così la formazione di equipaggi.

    A tutto questo si sommano due grandissimi problemi pratici:
    - le barche sono a fine corsa, vanno sostituite tutte. Secondo me, l’opzione migliore sarebbe buttarsi sull’ ORC GP 33, che è già classe e che ha regole praticamente da monotipia, e avendo alberi con limiti ben definiti, i medesimi potrebbero costare relativamente poco (ne servirebbero 30, come inizio …).
    Ordinando un primo lotto di 20 scafi, ovviamente essenziali negli interni, io penso che si potrebbe ottenere una barca finita in acqua per 40/50 mila Euro, che vuol dire 800.000/1.000.000 Euro di capitale iniziale … fiuuuuuuu!

    - Cino è, giustamente, stanco. E, senza cattiveria, non più un giovanotto (ma non diteglelo, che s’arrabbia). Bisognerebbe che subentrasse qualcuno a macinar chilometri durante l’inverno a prendere accordi e pianificare le cose, mentre il Cino potrebbe intervenire solo a cose concluse per il sigillo finale. Oggi, anche se a Ravenna c’e’ gente brava, mi pare che tutto viene ancora fatto da Cino in persona.

    Ma finchè la Gazzetta in Luglio dedica sei pagine a Ronaldo che fa il bagno e una news asteriscata a Mascalzone Latino che vince il Mondiale Farr 40′, è tutto tempo perso.

  4. Sono pienamente d’accordo con Enzo_vr: in Italia la vela è uno sport poco seguito dai media. Basti pensare che i quotidiani sportivi(e non solo quelli perchè in TV neanche l’ombra) dedicano trafiletti “trasparenti” il che obbliga a ricorrere a blog come questo o a siti dedicati come quello di bontempelli. Però è anche vero che la formula non attrae molti team(quest’anno solo 8): in francia(edizione 2008 27 equipaggi suddivisi in 3 classi) già per il prossimo anno sono previste molte novità a comiciare dalle protagoniste: le barche. M 30 verrà sostituito da A 35. In italia non è cambiato quasi nulla. Bisognerebbe prendere spunto dai francesi: divulgazione attraverso i media totale(riescono a spostare gli icebeerg per una regata), sposor generosi(come quelli della melges 24) e per finire un nuovo One design tutto italiano(oltre ad avere campioni del mondo in diverse classi sappiamo costruire le barche a vela).

  5. Concordo con tutto quel che è stato scritto. Vedo come secondario il problema “barca” (se quelle attualmente usate sono da rottamare è una conseguenza del declino, non una causa)

  6. Condividendo quanto scritto, aggiungerei semplicemente che come il bambino alla lunga si stufa del solito giocattolo…… forse manca aria di novità.

  7. Le tappe sono posti “sfigati”, mancano le città grandi, con le marine in città. Spesso si sono viste marine orribili, camper parcheggiati dentro cortili di parrocchie di quart’ordine. Gli eventi serali ormai sono di una tristezza infinita, serve un evento importante per avvicinare uno sponsor importante. Secondo me potrebbero organizzare un merge tra il festivalbar, anche lui agonizzante ed il GiroVela. Cino non basta piu’, o Franco eredita la macchina dal padre vivendola come un’azienda, oppure va ceduta a qualcuno che possa andare a bussare dagli sponsor ed i media ed essere ascoltato.

  8. tutte vere le considerazioni a monte, ma una su tutte: le barche sono sogni…qualsiasi regata fatta con dei 9 o 10 metri non la guarda nessuno, compresa la vecchia admiral! invece le maxicup, le ac, the race, la volvo con i 70: corrono pochissime barche ma affascinano!

    c’è bisogno di stupire, non di regatare con dei gabinetti tutti bianchi con sponsor sconosciuti.

    riesumare le poche maxi fatte da pierre fehlmann che si prendono con 2 lire, colorarle con sponsor decenti e vedrete l’interesse nei porti!

  9. Ciao.Io credo che sia una manifestazione :
    1) Troppo impegnativa in termini di tempo e denaro per i non professionisti
    2)Per i professionisti invece,troppo poco renumerativa in termini di denaro e di “immagine”, soprattutto in confronto all’impegno richiesto.
    Qundi, alla fine, è diventato poco interessante per tutti.
    Oggi la concorrenza è forte: Mumm30, Melges24, Benetea25, Melges 32, per non parlare poi dei GP42, TP52, Maxi, ecc. I professionisti sono tutti finiti lì, dove ci sono sponsor e quindi soldi.
    I non proffessionsiti non possono prendersi un mese di ferie e tirare fuori un budget da 50.000 Euro.
    Gianluca

  10. al pubblico interessa la gente famosa quella che quando scorreggia lo sa tutto il mondo, la mia proposta è questa :
    regate tipo isola dei famosi telecamere a bordo ed una due settimane all’interno delle barche con qualche nome famoso su ognuna di queste.
    ad esempio
    barca alfa skipper (puo essere un perfetto sconosciuto o se il compenso è buono anche un velista famoso)
    crew nome famoso vip televisivo (es. pappalardo) con qualche soubrette della tv che voglia farsi conoscere, costretto a vivere per una due settimane con solo qualche tappa in qualche porto
    tutto rigorosamente filamato h 24
    barca bravo ………………….
    non copiate l’idea perchè l’ho gia depositata prima o poi qualcuno
    la vorrà usare
    saluti

  11. Alla fine il giocattolo era destinato a rompersi!
    Oltre quanto evidenziato, lunghezza dell’impegno, concorrenza di altre classi, rarefazione di sponsor ecc. è stata anche la politica del “mordi e fuggi” perpretrata per anni nei confronti degli Enti Locali che pagavano fior di quattrini per avere “l’onore” di essere sede di tappa, per non parlare poi di qualche Circolo che si è trovato coinvolto ed alla fine si è trovate a pagare bollette di telefono esorbitanti.
    Alla fine, cosa si vinceva con tutti questi quattrini che giravano in torno al Giro e finivano tutti nelle tasche degli Organizzatori e dopo aver investito un sacco di soldi?
    Se la Gazzetta parlava del Giro, una pagina al giorno, non era per amore dello sport ma perchè questa pagina era stata comperata ma a chi ci aveva messo i soldi, cosa restava? Niente!

  12. Concordo in pieno con Francesco.. resta il niente.
    Purtroppo il business e’ piu’ forte della passione.
    Purtroppo.

  13. manca il ricambio generazionale, tanto nell’organizzazione quanto nei partecipanti..
    e personalmente che non sono un’agonista me ne fregherei della monotipia e dei compensi, a farei regatare anche cabinati “misti” al più suddivisi appena per classi di lunghezza
    a mali estremi estremi rimedi, e qui quello che importa è incentivare la partecipazione per creare visibilità..

    il giro che mi immagino è fatto da comettini e alpa dodi che regatano in mezzo a centinaia di altre barche d’ogni misura, una specie di “barcolana itinerante”

    pensate che festa della vela che sarebbe, impossibili non vedere un giro come quello “quando passa” !

    my 2 cents
    d

  14. il problema per il Giro ipotizzato da davide, centinaia di barche che circunavigano l’Italia è l’ormeggi nelle tappe, a meno di non fare una no-stop.
    Dove le metteresti tutte ‘ste barche?

  15. le potrebbe mettere nel porto di marina di grosseto, il più caro d’europa!
    marina di grosseto: 108 euro al giorno
    cannes: 38 euro….roba da matti!!!
    avete presente marina di grosseto???

  16. le metterei all’ancora!!! ..chi l’ha detto e dove sta scritto che le barche debbano andare in porto? la barca è fatta per navigare mica per avere cordoni ombelicali con la terra ferma!

    .. anzi, sfrutterei l’opportunità proprio come atto di denuncia verso il caro porti!!!
    della serie… le vedete stè centinaia di barche che girano l’Italia? se c’avete voglia di ospitarle il prezzo “lo facciamo noi”, sennò “TIE’” ..tenetevi i posti vuoti che noi stiamo benissimo in rada! ..una bella andana e via a far festa.. :-)

    sarebbe una bella rivincita no?

    per debora:
    a poltu quatu in sardegna un dieci metri -mi pare- paghi intorno a 300 euro per una notte, mentre a ponza per un posto al gavitello c’è gente pronta a perpetrare un omicidio in alta stagione