Crisi nautica – Il calo di presenze in Italia |

Secondo un’indagine a campione dell’Osservatorio Nautico Nazionale la filiera turistico-nautica segna in Italia un decremento medio del 33% rispetto al 2011 per quanto riguarda i transiti. Nel prime quattro regioni per numero di posti barca – Liguria, Sicilia, Sardegna e Toscana – il calo sarebbe perfino del 48%.

Ma ci sarebbe un grosso calo anche dal punto di vista dei posti barca stanziali. Qui i picchi negativi si concentrano in Emilia Romagna (-40%), Sicilia (-33%), Friuli Venezia Giulia (-31%), Toscana e Liguria (-28%). L’area maggiormente in sofferenza è dunque quella dell’Alto Adriatico, che complessivamente segna un -30%. A favore della vicinissima Croazia, immagino.

Drammatica la situazione della Liguria, che segna un -75%; gravissima anche la situazione di Marche (-41%), Sicilia (-40%) e Sardegna (-38%).

La mia domanda è: Non parlo di barche in transito perchè lì è difficile misurare a occhio ma per quanto riguarda gli stanziali a voi i porti sembrano così svuotati?

E poi, ammesso che i dati siano reali, quanto scommettiamo che in un meccanismo tutto italiano di formazione dei prezzi i porti invece di abbassare i listini per invogliare i transfughi a rientrare scaricheranno i cali di fatturato su chi resta?

L’indagine e’ stata svolta sui 60 porti italiani più rappresentativi dell’offerta turistica di pregio in Italia.

Via | www.ansa.it

4 Responses to “Crisi nautica – Il calo di presenze in Italia”

  1. La domanda seguente e’: perche’ continuano a proporre la costruzione di strutture mirabolanti se quelle esistenti sono vuote? Solo per citarne alcune, Varazze, ampliamento del Porto di Roma (Ostia), megamarina di Fiumicino, amplamento marina di Anzio, nuovo marina a Nettuno, nuovi marina a Trieste e Venezia… e se si concentrassero prima a dare un buon servizio a costi (possibilmente) decorosi con la possibilita’ di ormeggiare anche ai pezzenti come me con barche sotto i 10m???

  2. Mi sa che quando hanno approvato e avviato quei progetti inutilmente faraonici le prospettive erano un tantino diverse. Ora questi rimarranno lì col cerino spento in mano.

  3. La crisi è nera e basta, questo è il problema. Per fare un esempio banale ho sette camper parcheggiati vicino casa, tutti rimasti fermi, nessuno si è mosso.
    Su questo aspetto poi c’è chi sta miseramente speculando, i primi sono gli evasori che si vedono assediati da finanzieri sempre più agguerriti, gli altri i gestori dei porti che non vedono di buon occhio né i finanzieri né le tasse sul lusso. D’altro canto il piatto ricco su cui hanno mangiato per decenni non lo vogliono spartire con nessuno.
    Una sola cosa però non capisco della nautica italiana. per quel poco che ho imparato in più di vent’anni di lavoro è che non bisogna mai affidarsi ad una sola tipologia di clientela perché c’è sempre il rischio che questa vada in crisi, è una regola del mercato abbastanza scontata. Perché si continua a pensare solo ai grandi ed in grande? Quanto fatturato potrebbero portare anche i piccoli e i medio piccoli? Siamo provinciali, stupidi o solo ingordi?

  4. Francesco, concordo pienamente. Ricordi non appena era venuta fuori l’idea della tassa Monti, la prima ipotesi, quella decisamente costosa, molti marina si erano detti pronti a “scontarla” dal costo del posto barca annuale. Ora, dubito che i marina in questione fossero disposti ad andare in perdita pur di tenersi i clienti… questo mi fa pensare che facciano dei discreti guadagni sulle nostre spalle!