I conti in tasca al Boat Ownership |

Oceanis 31

[Premessa] Un programma di Boat Ownership è un meccanismo in cui tu acquisti una barca e la lasci in gestione ad una società di noleggio, che ne paga tutte le spese di mantenimento e ti garantisce una rendita periodica. Sembra la formula magica per potersi permettere di possedere una barca senza rimetterci o senza potersela in realtà permettere. Ma… [Fine premessa]

Il Giornale della Vela in questo periodo va pompando con una certa insistenza i programmi di Boat Ownership di Moorings, in cui addirittura si investirebbe su una barca. Si arriva a paragonarlo all’acquisto di una casa al mare dicendo che la barca sarebbe meglio.

Per me investire significa che alla fine della festa otterrò un guadagno e siccome mia mamma mi ha insegnato che “gnanca el can mena a coa par gnente” quando si tratta di soldi (sopratutto i miei) sono diventato di natura diffididente.

Ho trovato nell’ultimo numero del GDV un’offerta e per comparare con una pari barca ed ho chiesto a Bluefreedom un preventivo sul modello analogo. L’offerta riguada un Moorings 32.2 del 2009 (quindi tecnicamente parliamo di un usato) che non è altro che un Beneteau Oceanis 31.

Moorings 32.2 – 2009 – costo 37.500 + iva – + 80 rate da 774 (a partire da Aprile 2010) – riscatto finale (non quantificato) – rendita mensile di 500 Euro * 54 mesi – Utilizzo 6 settimane (non poche ad essere onesti). Tolta la rendita ci rimane un costo vivo finale di 71.420 Euro + un non meglio precisato riscatto finale e + l’iva sui 37.500.

Tra sette anni ci ritroveremmo sul groppone una barca con, appunto, sette anni di charter. Considerata la curva storica di deprezzamento di una barca da charter immagino che 30.000/35.000 Euro sia quanto riusciamo a spuntare dalla rivendita. Ci abbiamo smenato 71.420 + il non meglio precisato riscatto finale e + l’iva sui 37.500 meno 30/35 mila della rivendita. Dov’è il guadagno sull’investimento?

E ora prendiamo un Oceanis 31, a listino 61.900 Euro, aggiungiamo gli accessori facoltativamente obbligatori ed arriviamo a 75.000. Mettiamoci anche un minimo di sconto e torniamo a 65/66 mila franco cantiere. Azzardiamo un 70.000 + iva pronta in acqua?

Tra sei anni (ricordo che il nostro Oceanis ha un anno in meno) ci troveremmo sul groppone una barca che non ha fatto charter e che abbiamo avuto a disposizione per 12 mesi l’anno. Considerata la curva di storica deprezzamento di una barca che non ha fatto charter tra 6 anni potremmo rivendere il nostro Oceanis ad una cifra intorno ai 50/55 mila Euro. Fingiamo che ci sia costata 5.000 Euro l’anno per mantenerla (ma in Adriatico ce la si può fare anche con meno). Alla fine ci sarà costata 70.000 + l’iva sull’anticipo del leasing + 30.000 di mantenimento meno 55.000 di rivendita. Il guadagno sull’investimento non c’è… ma neanche nessuno ce l’aveva promesso.

A me ‘sta cosa del boat ownership rispetto all’acquisto in proprio non sembra poi ‘sto gran affarone. Dov’è che sbaglio, dov’è che non capisco?

No Responses to “I conti in tasca al Boat Ownership”

  1. Interessante argomento. Se posso fare un osservzione… e’ strano che ci siano contemporaneamente delle rate ed un rendita. Di solito se vuoi una rendita vuol dire che il capitale lo hai e paghi ‘tutto subito’ e poi ti godi quel po’ di rendita di gestione che ti garantiscono, rinunciando ad avere la barca solo tua e a tuia disposzione sempre.
    Se paghi a rate e’ difficil pensare di poter avere una contemporaneamente una rendita che abbia senso.
    ciao

  2. nessun guadagno! è ovvio. il guadagno sarebbe per chi ha il capitale da investire cash all’anno zero..
    per tutti gli altri, la famosa “rendita” mensile serve solo a costituire un (reale) abbattimento dell’ammontare della rata di leasing, per lo meno finché è viva (54 mesi su 80), ed al resto ci pensa semplicemente la compagnia di charter che ti assicura le 6 settimane di utilizzo PAY FREE, cioè senza alcun accollamento durante i 7 anni di spese di manutenzioni, assicurazioni e ormeggio.

    ergo: è solo un modo intelligente per allargare la propria quota di mercato, coinvolgendo un numero più ampio di possibili acquirenti (= i poveracci del ceto medio, cioè, come il sottoscritto! ;-) )

  3. aggiungo un dato, per conoscenza diretta dell’argomento: ho proprio i mesi scorsi valutato in acquisto una barca ex charter, e con contratto di gestione per tutto l’anno 2010 visto che la barca non può uscire dalla flotta prima di un’altra stagione di servizio.

    la compagnia di charter computa nel 5% del valore del mezzo la sua svalutazione per l’anno in corso di servizio: ed ovviamente offre una rendita annua (ovvero uno sconto, nel mio caso che avrei acquistato) sempre pari allo stesso valore

    ed è anche logico: perché si “nutre” del flusso di cassa, al massimo sacrificando quelle settimane in cui la barca viene lasciata liberamente in uso, ma per lo meno non corre alcun rischio in fase di “smobilitazione” del capitale, che è il rischio di bagno di sangue maggiore (al momento del ricambio del parco barche e con le barche nuove da inserire nella flotta, stanno sempre alle svendite, perché prima di tutto i posti in acqua dove tener le nuove vanno liberati!)

  4. Mi son perso in qualche tuo conto :-)
    Comunque in sintesi in queste gestioni tu compri oggi (ad un po’ meno del prezzo di mercato) un usato che vedrai come è messo tra 7 stagioni.

    Qualche volta può andarti bene, più spesso può andarti male, di sicuro il banco non perde mai ;-)
    Sulle 6 settimane di utilizzo bisogna guardarci bene, perchè non è che ti lasciano metà luglio e tutto agosto (a meno che non tieni la barca ai caraibi :-) )

    Una cosa buona di Moorings (rispetto ad altre gestioni più locali) è che le sei settimane puoi farle anche su barche equivalenti alla tua in una qualsiasi delle loro basi sparse per il mondo (almeno una volta era così).

    Di sicuro bisogna non innamorarsi troppo delle propria barca.

    Se uno vuole davvero fare un investimento bisogna scordarsi di usare la barca (o usarla solo veramente fuori stagione) ma con formula diversa, e oggi come oggi forse non è il momento.

    BV

  5. si e no.
    1) non è vero che “qualche volta può andarti bene, più spesso può andarti male” perché i conti sono trasparenti, quelli che hai fatto anche tu, e la barca comunque viene sempre manutenuta da cantieri e officine specializzate (volvo se i motori sono volvo.. ecc) e comunque coperta da polizza kasko
    2) “il banco non perde mai” e questo è invece corretto, chiaro, limpidissimo, conclusione quasi scontata!!!

    sulle settimane di utilizzo invece li dipende.. dalla compagnia di charter cioè (a me per quest’anno venturo offrivano a scelta 2/3 settimane, ma anche quelle di altissima stagione o di ferragosto..)

    eppoi non bisogna innamorarsi della propria barca, naturalmente, ed è un programma solo per chi farebbe comunque charter, ma che per lo meno si ritrova uno “straccio” di barca in mano alla fine da “immaginare” per lo meno (gli interessi bancari urlano comunque vendetta) di non aver buttato soldi in noleggi tutti gli anni

  6. Davide l’andarti bene o male dipende da come ti arriva la barca alla fine delle 7 stagioni, se è strutturalmente a posto, con vele rifatte e motore non spompo l’hai pagata un po’ meno del valore di mercato (bisogna valutare esattamente quanto).

    Se però ti arriva piena di pezze o peggio picchiata in chiglia (cosa assolutamente non rara per il charter) bhè allora l’hai pagata molto più del valore di mercato, anche se la polizza corpi te l’ha riportata navigante.

    In finanza si chiamano futures ;-)

    Sulle settimane certo, ti possono dare anche le due centrali di agosto ma non sono 6 di alta stagione (altrimenti il gestore ha sbagliato qualche conto e la cosa è ugualmente preoccupante… eva sail docet).

    BV

  7. Il confronto corretto rispetto la gestione di moorings secondo me non è sulla barca nuova ma:

    2 settimane in altissima stagione + 2 di media stagione (al limite su questo si può discutere, non ho visto la clausola specifica di moorings ma direi che è plausibile) per una barca uguale.

    Facendo i conti su Cannigione (che non è sicuramente una delle mete più economiche) e facendo una media tra club ed exclusive (nella gestione la barca invecchia e costa meno) saltano fuori più o meno 4000 euro x le due settimane centrali di agosto + 2600 x le due settimane in media stagione (metà maggio).

    Bisogna però considerare che ci impegniamo per 7 stagioni quindi un po’ di sconticino possiamo pure trattarlo, non facciamo gli esosi ed otteniamo un 15% (che tra early booking, 4 settimane, impegno per 7 stagioni ci sta tutto ed anche di più).

    Saltano fuori 46200 euro – 15% = 39270 euro, facciamo 39000 e non ne parliamo più :-)

    Il costi dei posto barca, manutenzione etc non contano in quanto noi abbiamo sfruttato le 4 settimane anno esattamente come nella gestione.

    Bene, dai conti di Sergio la barca presa in gestione costerebbe 71420 euro, più il riscatto (facciamo il classico 1% del valore da nuovo) diciamo 700 euro ed arriviamo a 72 tondi più l’iva sui 37500 (anche questa non l’ho capita.. diciamo che è l’iva del leasing quindi 10%) altri 3750.

    Salvo errori ed omissioni la gestione mi è costata poco meno di 76mila euro.

    Se cavo da questi i 39000 che ho pagato di noleggi vuol dire che dopo 7 stagioni ho a disposizione 37 mila euro per acquistare un usato di 7 stagioni che vedo valuto e tratto al momento (su tutte le barche disponibili e non solo sulla “mia”) e non al buio.

    Con tutti gli arrotondamenti del caso il guadagnarci o perderci è sul valore della “mia” barca dopo 7 stagioni di charter rispetto questi 37k euro.

    Almeno io la vedo così ;-)

    BV

  8. Ma non posso che esser d’accordo con te Marco, non vorrei anzi che si fosse capito diversamente, nel senso che non mi sento minimamente di “approvare” incondizionatamente il genere di offerta di cui parliamo, ed il sistema applicato è proprio quello del future.

    Alla fine tutto si gioca sulla variabile prezzo complessivo del mezzo, “oggi per domani”, e li sarebbe da capire bene con Moorings quali siano i margini di trattativa.

    (il mio discorso personale l’ho portato avanti con un charter croato, con barca già nell’ultimo anno di lavoro, e specialmente con un prezzo base di trattativa tutto “discutibile” mentre Moorings, giustamente a suo profitto e per la sua dimensione d’azienda mi pare offra il “pacchetto chiuso”, prendere o lasciare..)