Un’altra vela, quella del poker |

La serie di cinque carte che si stendono sul tavolo in tre fasi, Flop, Turn e River, durante una partita di Texas Hold’em si chiama in gergo pokeristico “vela”, così come nel gioco della Telesina, una delle più antiche varianti del poker, ne esiste una versione detta “con la vela”, che comporta appunto una serie di carte scoperte a disposizione dei giocatori presenti al tavolo.

La vela nel poker caratterizza una tipologia di poker detta “a carte comunitarie”, proprio perché queste carte scoperte sono utilizzabili, secondo varie regole, da tutti i giocatori, che le potranno aggiungere alle carte che hanno coperte in mano per ottenere la miglior combinazione possibile.

In fondo il mondo dei naviganti ha sempre dimostrato di avere una passione notevole per i giochi di carte. Le lunghe attese durante le traversate, o quando la nave ferma al porto deve svuotarsi del carico e riempire la stiva di nuove merci sono momenti di ozio forzato che una buona partita a carte permette di allietare.

Non era raro nei porti di un tempo vedere i gruppi di marinai sbarcare a terra ed avventurarsi nelle strade labirintiche e malfamate delle città portuali, attirati dalle sale da gioco fumose e clandestine dove rischiavano nell’azzardo tutta la paga appena riscossa.

Gli stessi portavano, oltre a tante altre conoscenze anche quella di giochi sconosciuti, provenienti da paesi lontani, e molto spesso destino vuole che qualcuno di questi giochi si sia diffuso, passando dal porto alla terraferma, fino a interessare un vasto bacino di popolazione.

Tanti sono i giochi che così hanno viaggiato per il pianeta, anche le nuove discipline del Texas Hold’em e dell’Omaha, che oggi impazzano in tutto il mondo, non solo quello reale, ma anche quello delle poker room virtuali come PokerStars.

Tra i più grandi campioni del mondo di poker non sono pochi coloro che, soprattutto della vecchia guardia, hanno avuto le prime esperienze di gioco proprio durante il servizio militare, anche in marina. L’esempio più celebre rimane senza dubbio quello di Sailor Roberts, un marine reduce dalla guerra di Corea, che insieme a due altre grandi star del poker come Amarillo Slim e Doyle Brunson girava per l’America degli anni ’60 alla ricerca di campioni da sfidare e da battere.

E in fondo la passione per il poker che si è scatenata tra i naviganti di Internet, per molti versi in metaforica navigazione in un oceano sconfinato di byte e di dati – come del resto evidenziavano già agli albori i browser per navigare sulla rete, tutti intrisi di icone traslate dal mondo della navigazione – si potrebbe immaginare come una naturale evoluzione di una passione che ha contraddistinto da sempre il mondo di chi viaggia via mare: scambio di culture e di saperi, dialogo, rischio, passione, curiosità, amore per l’ignoto e per le nuove esperienze.

One Response to “Un’altra vela, quella del poker”

  1. Ussignur!! ;-)