Non è ancora noto se riusciranno a mettere insieme dei catamari in grado di reggere i carichi previsti e non è ancora noto se dovranno essere anche costruiti degli uomini bionici in grado di condurli, questi catamarani…
Però il Comitato Organizzatore della 34ma America’s Cup ha reso noto il percorso dell’edizione che si svolgerà nelle acque della baia di San Francisco. Posizionato a ridosso del lungomare in prossimità dei Pier 27-29 e a poche centinaia di metri dal Golden Gate, il percorso porterà l’azione vicina a terra come mai è accaduto in 160 anni di storia dell’evento.
Disposto tra Alcatraz e il lungomare, il campo di regata potrà essere osservato da numerosi punti dislocati lungo le strade prominenti il mare, come Crissy Field e Marina Green. Il Comitato Organizzatore ha comunque sottolineato che il campo verrà spostato a seconda delle condizioni meteo.
Nel creare il Racing Box si è prestata grande attenzione al rispetto dell’ambiente e al transito delle piccole unità da diporto. Un canale di transito è stato allestito lungo la riva, per consentire il passaggio dei traghetti, delle imbarcazioni di stanza nei porti turistici, e per garantire alle barche da pesca e ad altre imbarcazioni commerciali di operare in modo sicuro durante lo svolgimento delle regate. Va sottolineato che la Racing Box sarà impegnata per un massimo di tre o quattro ore al giorno.
Le regate in programma nel 2013 si disputeranno a bordo degli AC72: catamarani ad ala rigida che saranno all’avanguardia in fatto di design, ingegneria e tecnologia. Agli equipaggi saranno richieste grandi doti atletiche e una buona dose di coraggio per portarli al massimo delle loro potenzialità.
Le regate inizieranno il 4 luglio 2013 con lo svolgimento delle prime prove della Louis Vuitton Cup, la selezione ufficiale degli sfidanti. Seguiranno poi le finali di Coppa America, in programma tra il 7 e il 22 settembre dello stesso anno.
Una bella idea di SoloVela, un video corso di vela online gratuito e liberamente accessibile.
La prima lezione riguarda ormeggio e ancoraggio in baia, la barca utilizzata è un Beneteau Sense 50. Si spiegano anche l’utilizzo del grippiale o dell’anchor winch(?).
Su Amici miei atto II c’è una scena memorabile, con Paolo Stoppa strozzino che dopo aver espletato una necessità corporale non trova il prodotto, nascosto dai nostri eroi per architettare l’ennesimo scherzo e fare in modo che il malcapitato rimetta i debiti del Mascetti.
Ecco, tutto ciò con la Shit Box non si sarebbe potuto concretizzare.
Il Maribele 615 è un interessante ibrido tra una barca a vela e un gommone. Come tutti i gommoni è resistente agli urti, secondo quanto riportato nel sito è anche molto stabile e sicura. Io la stabilità fatico ad immaginarmela ma sono certo che questo sia un limite mio derivato dal fatto che non ho mai provato (e neanche toccato con mano) niente del genere.
L’armo è estremamente semplice, il pozzetto di poppa, totalmente libero da ingombri, permette di muoversi comodamente.
Il peso è di soli 350 kg, cosa che lo rende comodamente carrellabile, la deriva mobile permette di approdare direttamente sulle spiagge.
Cosa molto importante, è disponibile una versione Easy, equipaggiata per persone con mobilità ridotta.
Purtroppo non sono riuscito a reperire informazioni sul prezzo.
Maserati ha tagliato la linea del traguardo a San Salvador questa mattina alle h 10 59′ 10” GMT.
Giovanni Soldini e il suo equipaggio hanno impiegato 10 giorni 23 ore 9 minuti e 2 secondi a percorrere le 3884 miglia sulla rotta ortodromica che separano Cadice da San Salvador, stabilendo così, per primi, un time reference per la categoria dei monoscafi.
Partiti da Cadice il 2 febbraio alle h 11 50′ 08” GMT, hanno percorso 4632 miglia reali alla velocità media di 17,6 nodi.
Sarah Hébert, classe 1984, già campionessa europea e 4 volte campionessa francese di Windsurf, vuole essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico su una tavola a vela, coprendo 4.000 km, dal Senegal alla Guadalupa, seguita solo da una barca d’appoggio.
Nella barca appoggio, un catamarano a vela, la Hébert passerà le notti. Verrà presa l’esatta posizione di quando si ferma per traferirsi lì dalla tavola e ripartirà, la mattina dopo, dallo stesso punto.
Dettaglio non trascurabile in tutto ciò è che nel 2006 le viene diagnosticata un’alterazione del ritmo cardiaco e le viente impiantato un defibrillatore per continuare a vivere al 100%.
Secondo quanto dichiarato da Ucina (confindustria nautica), durante l’audizione in Senato sul decreto liberalizzazioni, a fronte di un gettito stimato in 200 milioni di euro ci sarebbe un danno di almeno 1,5 miliardi di euro.
Ucina denuncia che la misura introdotta dal ‘Salva-Italia’ ha già prodotto una fuga di unità dai porti italiani, rilevata al 31 gennaio, pari a 27mila unità con una conseguente potenziale perdita di posti di lavoro pari a 8.900 unità.
L’impatto sulle entrate dirette dello Stato sarebbe pari a -104 milioni di euro, il mancato indotto generato dai superyacht in transito ammonterà invece a 210 milioni di euro, gli investimenti portuali a rischio a 1,4 miliardi di euro, l’impatto diretto sulla cantieristica è stimato in una flessione del 35% del mercato interno. La tassa, secondo l’Ucina, deve colpire tutti i cittadini italiani che detengono un’imbarcazione al di sopra dei 10 metri e non solo chi ha scelto la bandiera italiana. Inoltre, la tassa giornaliera deve essere trasformata in tassa annuale.